Marantelli, quote latte: “Il decreto non va bene”

Così anche il consigliere regionale del Pd Stefano Tosi sulla manifestazione di protesta degli allevatori a Gemonio

«Il Decreto sulle quote latte che questo Governo intende varare, così com’è non va bene perché favorisce in modo del tutto ingiustificato i produttori che si sono tenuti fuori delle regole negli anni passati. Infatti, alcuni produttori ostinatamente non hanno voluto aderire alla rateizzazione delle sanzioni prevista dalla legge 119 del 2004: a quella rateizzazione aderirono circa 40.000 allevatori tranne, appunto, circa 2000 che preferirono imboccare la strada del ricorso giudiziario». Questa l’opinione del parlamentare varesino del Pd Daniele Marantelli, che sulla protesta degli allevatori oggi, 2 marzo, a Gemonio, residenza del senatore Umberto Bossi interviene assieme al collega di partito, il consigliere regionale Stefano Tosi.
«Per questo  – dicono marantelli e Tosi – oggi partecipiamo anche noi a Gemonio, per protestare accanto agli agricoltori che si sono sforzati di rispettare le regole e alle loro rappresentanze delle associazioni di categoria. L’idea è di convincere che alcune modifiche al decreto siano possibili e dovute». Ecco alcuni punti essenziali:
Rinuncia al contenzioso: chi aderisce alla nuova rateizzazione prevista nel decreto, deve impegnarsi a rinunciare ad avviare procedure di ricorsi (questo servirebbe per evitare che chi ha “splafonato” in passato abbia quote assegnate, senza impegnarsi quindi a pagare le multe pregresse).
Prima gli affittuari (contrariamente a quanto propone il decreto): nuove quote a coloro che in questi anni, per garantire la propria produzione, hanno affittato quote, si sono cioè sforzati di restare in un ambito di legalità. Solo successivamente si potranno assegnare quote agli splafonatori.
Istituire un fondo per sostenere il settore lattiero-caseario e i produttori in regola, ai quali va riconosciuto il deprezzamento degli investimenti di quote fatte negli anni scorsi.
Ruolo delle Regioni come organi deputati all’amministarzione delle quote nei rispettivi territori. Sembra strano, infatti, che sia proprio un ministro leghista a promuovere un provvedimento che, di fatto, taglia fuori le regione da ogni possibile ruolo effettivo. Una mossa di grande “centralismo” da parte del Ministro Zaia.
Questi sono i punti che il Partito Democratico giudica irrinunciabili. Sono i punti che hanno caratterizzato gli emendamenti (tutti respinti) presentati dai nostri senatori in Commissione e che ci accingeremo a ripresentare alla Camera quando il decreto arriverà in discussione».
«Invitiamo il Presidente del Consiglio e il Ministro Bossi  – concludono gli esponenti del Pd – a non difendere i furbastri, ma gli agricoltori che si sono comportati con correttezza. La difesa della legalità sarà, in ogni caso, al centro delle iniziative del Partito Democratico».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Marzo 2009
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