«Mi sentivo piccolo al suo confronto»
Il ricordo di Gianluigi Margutti dedicato a Francesco Ogliari con cui ha scritto cinque volumi dedicati ai trasporti in Lombardia
Riceviamo e pubblichiamo il ricordo di Gianluigi Margutti, l’ex vicesindaco di Tradate, che con Francesco Ogliari ha curato diverse pubblicazioni:
Mi ha dato la notizia Enrico Vizza, assessore a Castiglione Olona, cui avevo presentato il Professore (l’ultima volta, documentata dalla foto, è stata nel settembre 2007 all’inaugurazione della bascula – la pesa dei vagoni e dei treni – in Castiglione Olona).
Tra i due era nata molta simpatia. Con Ogliari era immediata e scaturiva dal suo modo di porsi, sempre gentile, educato; un uomo di altri tempi, coltissimo. Ha scritto e pubblicato oltre 350 libri, e quando con mio figlio Andrea andavo a trovarlo nella sua casa ‘museo’ a Milano o al Museo dei Trasporti di Ranco, ne parlavamo e me li mostrava allineati negli scaffali della sua biblioteca. Occupavano una intera parete. Mi sentivo piccolo a suo confronto, anche se avevo con lui pubblicato una storia dei trasporti in Lombardia in 5 volumi, ben riuscita e molto diffusa (fu curata dall’editore, il dr Giuseppe Redaelli della Lativa : Navigare in Lombardia ; Treno di Lombardia ; Signori B iglietti Prego ; Il Veicolo C on corrente e Bus sando in Lombardia ).
Ricordo che tifavo (e glielo esprimevo) affinché gli fosse assegnato il premio Nobel per la letteratura, perché mi inorgogliva il fatto di aver scritto con lui quegli importanti 5 volumi, quale coautore. Lui aveva steso con entusiasmo la prefazione ad altri miei libri. Lo invitai quale Presidente di Giuria in due premi letterari promossi dal Comune di Tradate , perché la sua presenza dava lustro a ogni iniziativa.
In una delle sue ultime pubblicazioni (Milano in tram), inaspettatamente mi fece un grande regalo. Stavo sfogliando il volume e lessi la prefazione: mi aveva citato e mi ringraziava come una delle sue più importanti fonti di documentazione e come amico. Per me fu un vero dono.
Sono molto triste e addolorato per la sua scomparsa. La mente corre ai ricordi, come quando assieme confrontavamo i nostri testi e sceglievamo le iconografie dei nostri libri; come quando andavamo a pranzo; come quando commentavamo i nostri problemi di salute.
Gli volevo bene e me ne voleva, molto. Il suo saluto al telefono, immancabilmente, era "Ciao, fratello". Glielo rivolgo anche io ora, perché continuo a sentirlo presente.
Ciao Francesco e grazie ancora!
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