Milanese avverte i compagni: “Vietato distrarsi, ora viene il bello”
Il 37enne difensore del Varese sprona la squadra in vista della ripresa del campionato. E non svela il futuro: «A fine anno mi ritiro, a meno che Sogliano riesca a convincermi. Intanto dobbiamo vincere il campionato»
Ogni domenica mette in campo tutto il suo agonismo, ma Mauro Milanese, difensore 37enne del Varese, non si vuole fermare. Dopo una vita passata sui maggiori palcoscenici del calcio (una coppa Uefa con l’Inter in bacheca) il roccioso esterno sinistro ha portato in biancorosso la propria esperienza e, dopo l’allenamento del martedì a Carnago, sprona i propri compagni: «Non nascondiamoci più: vogliamo vincere il campionato e salire senza passare dai playoff».
Idee chiare e precise, ma quali sono i pericoli che la squadra deve ancora affrontare?
«I passi falsi sono dietro l’angolo per cui dobbiamo sempre stare concentrati e pensare una sfida alla volta. Da qui alla fine abbiamo cinque partita al Franco Ossola e tre in trasferta; il calendario è dalla nostra parte ma questo purtroppo non basta, se non ti impegni e non credi nella vittoria più dei tuoi avversari. Il girone di ritorno è sempre più difficile perché chi è in lotta per non retrocedere si impegna il doppio e non molla mai».
Arrivate da una settimana di pausa, vi ha fatto bene?
«Devo dire di sì. Abbiamo recuperato gli infortunati e ci siamo rilassati. Già la vittoria di Alghero aveva rialzato il morale, ma questa breve sosta ci ha permesso di smaltire le tossine del periodo di calo che ci ha coinvolto nell’ultimo mese».
Mister Sannino la cita spesso come esempio, sia come uomo sia come calciatore: lei cosa ne pensa?
«Io e il mister abbiamo un ottimo rapporto di stima reciproca. Lo trovo un allenatore speciale: la sua forza è nel carattere e credo che non abbia ancora raccolto i frutti del suo lavoro però ha tempo a sufficienza per raggiungere un obiettivo importante. Ha fatto tanta gavetta nelle serie minori dove due promozioni consecutive non sono da tutti, figurarsi se arriva la terza (foto S. Porcu) Dal canto mio cerco sempre di dare il massimo in allenamento e in partita, so di poter essere utile ai miei compagni più giovani e di poter insegnare loro qualche segreto, magari qualche astuzia da usare la domenica in campo».
Questa dovrebbe essere la sua ultima stagione, ma ne è sicuro?
«Per ora sì, ma non si sa mai. Ho già fatto il patentino base per diventare allenatore e vorrei anche affrontare il corso per diventare agente Fifa. Per frequentarlo però bisogna essere svincolati e il mio contratto scade il 30 giugno: vedremo».
Se le chiedessero di restare un altro anno a Varese?
«Potrei pensarci. Mi sono trovato molto bene qui, in più adesso ho preso casa a Milano e sono molto comodo. Se poi a chiedermelo sarà ancora Sogliano allora sarei davvero in difficoltà. Con Sean ho un rapporto particolare di amicizia, ci conosciamo ormai da quindici anni e abbiamo spesso condiviso la camera nei ritiri passati insieme. Con lui c’è un feeling particolare perché non siamo di molte parole ma sappiamo capirci al volo, come abbiamo fatto sul campo ad Ancona, Torino e Perugia».
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