Polveri sottili, un febbraio da broncopneumologia

L’aria di Busto Arsizio, si sa, non è delle più salubri. La zona è popolosa e attiva, e fra emissioni industriali e soprattutto riscaldamenti e traffico  per le vie respiratorie d’inverno non c’è pace. I dati Arpa lo confermano e sono, se ci fosse bisogno di ripeterlo, poco confortanti: quella della centralina Accam di viale Toscana, l’unica che misura il PM10 (polveri sottili) restano abbondamente sopra la media. Nell’intero mese di febbraio caratterizzato in gran parte da condizioni meteorologiche "ideali" per il ristagno degli inquinanti nel "catino" padano – poco vento, alta pressione, niente pioggia – se i primi otto giorni sotto rimasti sotto la soglia dei 50 microgrammi al metro cubo, avolte di un soffio, la fase successiva ha visto le prime violazioni del limite e dal 16 in avanti l’aria è stata stabilmente pessima, con un’unica eccezione entro il limite – di poco – il giorno 18. Dopo un picco pauroso il giorno 23 a 176 microgrammi, ancora nell’ultimo fine settimana si è andati dai 128 microgrammi di venerdì 27 febbraio ai 91 di sabato e ai 100 di domenica – e si badi, parliamo di medie giornaliere, i picchi sono ben più alti. Oltretutto la centralina è in posizione periferica. Non aveva quindi torto Legambiente a sottolineare il problema al termine di quei cinque giorni di "picco" con oltre 100 microgrammi di media giornaliera.

Proprio perchè poco favorita da una natura che ne ha fatto un’immensa conca poco ventilata in cui tutto ristagna (si veda per conferma la foto, una panoramica estiva sulla Pianura Padana dal Passo Penice con smog in lontananza), la Lombardia più di altri ha da fare per porre rimedio ai guasti di uno sviluppo che grava sui polmoni dei più deboli – anziani, bambini, lmalati cronici. Ma le soluzioni restano disattese o poco praticabili: il trasporto pubblico arranca fra ritardi, risorse limitate e lavori infiniti, un’edilizia insaziabile divora gli spazi verdi, persino i palliativi – leggi blocchi del traffico – risultano impopolari, impensabili (in settimana) o così limitati da apparire del tutto inutili. C’è chi si attrezza a diminuire le emissioni nocive, come, nel nostro piccolo, si appresta a fare ad esempio l’inceneritore Accam, ma il sistema complessivo delle tecnologie che ci riscaldano e ci consentono di spostarci, nonostante le varie promesse di "rivoluzioni verdi" negli anni, appare tuttora monolitico, immutabile – e inquinante. Le polveri infatti sarebbero alla radice di varie patologie, come attestato anche da studi delle più prestigose università d’Oltreoceano. In attesa che la primavera ci porti le prime foglie in grado di trattenere le polveri, non resta che dare un’occhiata di persona ai dati Arpa di febbraio 2009 riportati qui sotto, con la data ad affiancare il valore in microgrammi del Pm10. In neretto gli sforamenti dal limite europeo dei 50 microgrammi al metro cubo.

2009/02/01,41
2009/02/02,22
2009/02/03,32
2009/02/04,49
2009/02/05,40
2009/02/06,14
2009/02/07,14
2009/02/08,9
2009/02/09,52
2009/02/10,46
2009/02/11,9
2009/02/12,13
2009/02/13,8
2009/02/14,14
2009/02/15,31
2009/02/16,67
2009/02/17,64
2009/02/18,46
2009/02/19,80
2009/02/20,118
2009/02/21,115
2009/02/22,104
2009/02/23,176
2009/02/24,159
2009/02/25,54
2009/02/26,91
2009/02/27,128
2009/02/28,91
2009/03/01,100