Quando i campioni del mondo rischiano il licenziamento
La Piaggio ha comunicato ai 33 lavoratori dello stabilimento di via Palude la volontà di chiudere. Nella fabbrica è stata sviluppata e seguita la moto che ha vinto 5 mondiali dal 2004 ad oggi nel supermotard
Anche chi vince cinque mondiali in quattro anni può essere lasciato a casa. Succede nello stabilimento della Piaggio di Ternate, in via Palude. La proprietà ha comunicato ai lavoratori la decisione di chiudere la fabbrica, mettendo in mobilità i 33 dipendenti. I sindacati hanno incontrato la delegazione dell’azienda di Noale nei giorni scorsi: la chiusura è stata giustificata con scelte aziendali dettate dalla crisi. I sindacati hanno proposto misure alternative, come l’accesso alla cassa integrazione straordinaria, la possibilità di trasferire chi dia la disponibilità o il ricollocamento dove possibile. Il prossimo 16 marzo ci sarà un altro incontro: per ora la proprietà non ha detto né si né no alle proposte delle parti sociali.
Quello di Ternate è uno stabilimento particolare, all’interno del quale si fa ricerca e sviluppo, oltre che seguire le squadre corse di motocross, enduro e supermotard, disciplina nella quale i team "Aprilia off road" è leader a livello mondiale. Il progetto è nato nel 2002, quando un gruppetto di nove lavoratori passò dall’Mv Agusta Husqvarna all’allora gruppo Aprilia, marchio poi acquisito dalla Piaggio. Prima a Vergiate e poi a Ternate il gruppo di ricercatori e meccanici si è via via allargato, fino a toccare 41 dipendenti, dei quali oggi ne restano 33. Nel giro di un anno i tecnici riuscirono a sviluppare un motore bicilindrico a quattro tempi, innovativo e all’avanguardia per il comparto moto fuori strada e mettere in pista una moto (la Sxv) competitiva al punto di vincere ben 5 mondiali dal 2004 al 2008 nel supermotard, oltre a vari granpremi nel cross e nell’enduro. Un centro insomma di assoluta qualità, che oggi rischia di essere chiuso. La proprietà ha manifestato la volontà di andare avanti con il marchio “Aprilia off road” nelle gare: resta da capire chi seguirà lo sviluppo e le stesse competizioni se verranno messi in mobilità gli uomini che seguono la moto dal primo giorno. Tra i lavoratori c’è logico sgomento: in cantiere ci sono progetti proiettati al 2010 e 2011, idee che nel caso venga dimessa completamente l’attività a Ternate potrebbero essere “rubati” da altri marchi rivali. Resta la speranza di un ripensamento o almeno un cambio di rotta meno drastico della proprietà, anche se i lavoratori comprendono bene il momento di crisi della Piaggio (e del comparto auto-moto in generale) a livello nazionale e mondiale.
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