Quando l’Italia cadde nel “Profondo nero”

Pubblicato da Chiarelettere un libro sulle morti di Enrico Mattei, Mauro De Mauro e Pier Paolo Pasolini. Autori i giornalisti Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza

Cosa ha significato la morte di Pasolini alla metà degli anni ’70? Perché un appunto (il n° 21) del suo ultimo romanzo è misteriosamente scomparso? Cosa sapeva Pasolini di scomodo della situazione politica italiana dell’epoca? Erano gli anni di piombo, era l’anno del massacro del Circeo avvenuto il 29 settembre 1975 ad opera di tre giovani neofascisti.
La morte di Pasolini, dopo la confessione di Pelosi in televisione del 7 maggio 2005 si tinge nuovamente di giallo (o di ‘nero’) e la versione ufficiale dei motivi retrostanti che ne fu data, quando venne ucciso il 2 novembre 1975 (tre giorni prima che iniziasse il processo per il golpe Borghese), sembra atta a nascondere possibili collegamenti fra la sua morte, l’appunto 21 (misteriosamente scomparso) del suo ultimo romanzo incompiuto “Petrolio” e una pista che ci fa fare un salto indietro nel tempo, nella storia italiana dal dopo guerra fino ai giorni nostri. “Non fu un incidente. Pier Paolo fu giustiziato. Qualcuno aveva deciso che dovesse morire” (dichiarazione di S. Citti, Corriere della Sera 7 maggio 2005, pg. 191 del libro)
A raccontarci quali fossero le motivazioni che resero Pasolini scomodo sono Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza nel libro “Profondo Nero” (Chiarelettere). Il romanzo a cui stava lavorando Pasolini, Petrolio, “è il romanzo delle stragi, è il primo romanzo della letteratura italiana che si trasforma in documento di denuncia per smascherare la natura perversa e assassina del potere in Italia” (pg 237). Una denuncia della trasformazione ed involuzione dell’Italia di quei tempi. Ma di quale trasformazione si sta parlando? “Pasolini è il primo (e finora l’unico) a collegare esplicitamente l’attentato Mattei alla strage di Piazza Fontana” (ibid.)
Si era usciti dagli anni ’60 con il fallito Piano SOLO (del 1964) e il silenzioso golpe Borghese (dicembre 1970) per cui vengono incriminati i vertici del SISMI. Erano gli anni della strategia della tensione. “L’Italia è il mattatoio di una politica che si fa a colpi di P38 . Bombe, esecuzioni, gambizzazioni, spedizioni punitive, pestaggi con spranghe e catene” (pg. 190). Ma l’appunto n°21, quello scomparso, si intitola Lampi sull’Eni. Ed è da qui che parte la ricostruzione storica operata da Lo Bianco e Rizza, ricostruzione basata su fatti raccolti dalle carte giudiziarie, su documenti d’archivio, su libri, reportage e interviste che portano a unire con un unico filo nero (quello del petrolio e dell’eversione nera) la morte del Presidente dell’Eni (Mattei) il 27 ottobre 1962 in un incidente aereo; il giornalista De Mauro, morto di lupara bianca il 16 settembre 1970 mentre sta indagando sull’attentato Mattei e Pasolini, pestato a sangue il 2 novembre 1975 all’Idroscalo.
Mattei, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, ebbe la direzione dell’Eni e il compito, dallo Stato, di liquidare l’Agip, “una azienda pubblica creata dal fascismo, che ha scavato 350 pozzi e non ha trovato mai nulla, un’industria di stato ritenuta un carrozzone” (pg 43) ma, con la scoperta dei giacimenti di metano nelle valli padane, Mattei ha un’unica idea: “affrancare l’Italia che esce dalla guerra succube dell’influenza dei vincitori americani, garantendo al Paese un’autonomia energetica e, di riflesso, politica e finanziaria” (pg. 33) Da qui, con un salto indietro nel tempo, gli autori ci raccontano la serie di commistioni politiche e finanziarie che hanno portato a definire il caso Mattei e l’incidente aereo in cui morì, un delitto made in Italy.
Il pm Vincenzo Calia, convinto che qualcuno avesse “un interesse diretto ed immediato a far fuori il presidente dell’Eni” (pg 105), facendo riesumare il cadavere di Mattei, ne ha accertato la morte per sabotaggio dell’aereo su cui viaggiava.
Il libro contiene anche un’intervista a Giuseppe Pelosi, del 12 settembre 2008, unico condannato per l’omicidio Pasolini; il decreto di archiviazione dell’inchiesta sulla morte di Enrico Mattei e “Che cos’è questo golpe?” di Pier Paolo Pasolini. 
 

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 09 Marzo 2009
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.