Taroni: “Da noi università e impresa si parlano”

Intervista al rettore dell'Università Cattaneo di Castellanza: "Servizi e interazione con le imprese l'arma per vincere la concorrenza"

Un’università "di provincia", ma non provinciale, con servizi agli studenti capaci di fare concorrenza ai vicini atenei e in grado di garantire l’accesso rapido al posto di lavoro dopo la laurea. Lo spiega Andrea Taroni (nella foto), il rettore della Libera Università Cattaneo di Castellanza (Liuc) intervistato dal direttore di Varesenews Marco Giovannelli in occasione del lancio del nuovo canale dedicato interamente alle notizie che riguardano Liuc.

Nel 2008 la Liuc è diventata "maggiorenne". Quali sono i progetti in cantiere?
«Siamo arrivati a questo compleanno con un’idea precisa: quella di un università con caratteristiche di formazione adeguate agli obiettivi di progetto che gli stessi imprenditori di Varese hanno chiesto. Siamo convinti di aver avuto successo con questa iniziativa. Uno dei primi progetti per il futuro è l’adeguamento dei corsi di studio alla legge 270 (relativa all’autonomia didattica degli atenei ndr). Si tratta di una ristrutturazione dei corsi e dell’offerta formativa che già in gran parte è adeguata alle nuove normative. Siamo più preoccupati, viceversa, di quello che la 270 ci chiede in quanto a requisiti rispetto al nostro organico perchè la legge impone una certa formazione. Da questo punto di vista siamo in carenza e dobbiamo adeguarci. Non lo siamo per scelte di ordine economico ma per ragioni apposite e strategiche. Da parte nostra è stata sempre privilegiata l’esperienza diretta sul campo, nelle imprese. Abbiamo un numero di collaborazioni a contratto, con professionisti che vengono dall’esterno, molto rilevante. Questo ci fa essere una delle università con il rapporto docenti-studenti migliore a livello nazionale. Un docente ogni 15-16 studenti».

La Liuc è un’università con numeri di successo ma rimane piuttosto piccola. Punto di debolezza o scelta dell’università?
«La dimensione è il nostro punto di forza. Tanto è vero che è una conseguenza di una precisa scelta del consiglio di amministrazione. Ogni anno stabiliamo il numero massimo di studenti da ammettere ai corsi di laurea Liuc. Negli ultimi anni sono circa 300 le nuove immatricolazioni. Attualmente abbiamo un numero di studenti frequentanti di poco superiore alle 2 mila unità, ma abbiamo possibilità di crescere fino a 3 mila. L’Ateneo è strutturato attualmente per questi numeri e così possiamo fornire servizi di tutto rispetto agli studenti. Siamo confortati da quelli che sono i dati di comparazione con le altre università italiane».

Siamo a Castellanza, una realtà periferica rispetto a Milano. Perchè scegliere Liuc per studiare economia e non scegliere Bocconi, Cattolica, Insubria? In pochi chilometri abbiamo un’ampia scelta.
«Essere in provincia non significa, per questo ateneo, essere provinciali. Siamo convinti di non esserlo e se ci fosse un’agenzia di valutazione a livello nazionale potremmo dimostrarlo in maniera più efficace. Perchè scegliere noi? Per la qualità del servizio agli studenti che qui si possono trovare. Questo non significa doverli portare per mano dall’immatricolazione alla laurea e al lavoro, ma significa fornire un livello di formazione agli studenti che permetta loro di affrontare serenamente e con ottime prospettive il mondo del lavoro sia a livello locale che internazionale».

In che modo?
«Internazionalizzazione, placement, assistenza e tutoraggio sono i nostri punti di forza. Alcuni di questi servizi sono di primo livello e ci permettono di ottenere risultati migliori di tante altre realtà. Per esempio l’internazionalizzazione. Possiamo vantare un programma di scambio studentesco nell’ordine di 500 studenti Erasmus l’anno che vengono qui e sono più gli studenti stranieri che vengono da noi rispetto a quelli che vanno all’estero. Abbiamo interi corsi di laurea in inglese. Il placement, invece, aiuta gli studenti negli stage e nel collocamento dopo la laurea. Spesso lo studente comincia a cercare lavoro prima di laurearsi grazie ai nostri servizi. In questo modo riusciamo ad essere una delle università con il miglior tempo medio di collocamento nel mondo del lavoro che è inferiore a due mesi, compresa la facoltà di giurisprudenza».

Come arrivate a questo risultato?
«Grazie alla particolare attenzione nel far interagire costantemente i ragazzi col mondo delle imprese tramite gli stage. Questo significa che hanno la possibilità di capire prima di laurearsi che cosa l’azienda si aspetta in materia competenze e approccio del lavoro; contemporaneamente permette alle aziende di valutare lo studente. In molti casi i nostri studenti sono rimasti a lavorare nelle aziende dove hanno effettuato lo stage, ritardando magari la laurea».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Marzo 2009
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