Uto Ughi e la sua musica incantano i bustocchi
La città ha accolto con calore il maestro. Nelle prime file tanti studenti: “È un’iniziativa utile per farci conoscere la musica classica”. Apprezzata l'idea della scuola di musica
Il Maestro è tornato a Busto. Una grande festa per i bustocchi che non mancano mai di ricordare che uno dei più grandi violinisti al mondo è un “concittadino”. Uto Ughi infatti è il vanto della città, anche se l’ha "abbandonata" presto perchè già a sette anni il suo talento di violinista era sbocciato. E la sua città natale non ha mancato di rendergli omaggio ieri, martedì 24 marzo, nella chiesa di San Giovanni, dove Ughi si è esibito in un concerto che ha aperto le celebrazioni per i quattrocento anni della basilica. Chi non è riuscito a conquistare un biglietto per vederlo "di persona" (i biglietti per San Giovanni sono andati a ruba in una sola mattina), ha potuto godere della sua musica grazie ai maxi schermi posizionati nelle chiese Santa Maria e San Michele.
Poco dopo le 20 il pubblico inizia a prendere posto in chiesa, ognuno nel suo settore, chi sulle tradizionali panche, chi sulle sedie predisposte. Qualcuno ci ha sperato fino all’ultimo di poter entrare anche senza biglietto, ma gli organizzatori li hanno indirizzati alla Chiesa di San Michele, che in giornata aveva ancora tagliandi a disposizione. E finalmente, in perfetto orario, l’orchestra I Filarmonici di Roma – che da anni accompagna il maestro – ha fatto il suo ingresso e ha suonato il primo pezzo da sola. Solo dopo l’applauso finale è apparso finalmente Uto Ughi con il suo violino. Ma per la musica bisogna aspettare ancora qualche momento: Ughi non vuole solo suonare, ma anche spiegare al suo pubblico i pezzi che ascolterà, raccontare la loro storia e quella degli autori. E così, prima di ogni brano, prende in mano il microfono e con parole appassionate coinvolge e ispira i suoi ascoltatori. Li lascia senza fiato e anche senza applausi: forse per paura di sbagliare o forse per il desiderio di ascoltare ancora, alla fine di un brano restano in silenzio a lungo, troppo a lungo finché non è lui stesso a far loro segno che sì, è arrivato il momento di applaudire. Ed è sempre lui che, dopo aver annunciato una piccola pausa, deve richiamarli all’ordine perché «noi siamo pronti a ricominciare».
Una serata davvero riuscita insomma, «stupenda, indimenticabile» commenta il pubblico uscendo. E chissà che non sia riuscita anche nel più alto dei suoi intenti: avvicinare i più di cento studenti invitati alla musica classica. «Quelli che hanno più bisogno di partecipare a questi eventi siamo noi – ci dice Alessandro Colombo, 18 anni, studente del Liceo scientifico Pascal -. È difficile che un ragazzo ascolti musica classica. Credo che iniziative come queste siano un mezzo interessante per farcela conoscere ed apprezzare».Tutti positivi i commenti dei molti cittadini che hanno potuto vedere lo spettacolo nelle tre chiese: «Anche in San Michele è stato molto bello – dichiara una ragazza di Busto – non capitano spesso queste occasioni così suggestive». Il sindaco, nella serie di annunci che ha contraddistinto il finale del suo intervento, ha parlato anche di una prossima nascitura scuola di musica in città, il sogno nel cassetto di Gigi Farioli che da qualche mese spinge perchè le scuole dimusica bustocche si unisca in unica sede, pare una "villa patrizia" come l’ha definita.
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