Dalle baracche a Varese, il sogno degli Hope Raisers
Daniel e Isaiah vengono dalla bidonville di Korogocho: "Usiamo la musica per denunciare le ingiustizie che l'Africa vive". Sono stati ospiti di Mtv, ma stasera torneranno nella loro baracca di Nairobi
Reduce dal tour di dieci giorni in Italia, protetto dalla sciarpa rossa, Daniel Onyango potrebbe essere davvero un musicista di successo, di quelli che ricordano alle telecamere le loro umili origini in posti che non rimpiangono per nulla. Ma i dieci giorni passati sono stati i primi che ha vissuto fuori dal
Kenya, il volo Nairobi-Malpensa è stato il primo viaggio aereo della sua vita. E il secondo l’ha riportato domenica a Nairobi: una vista fugace della città dall’alto, un passaggio tra le sale di vetro dell’aeroporto, poi il ritorno nella baraccopoli di Korogocho, tra la discarica che dà da vivere ai suoi abitanti e le case fatte di lamiere e mattoni appoggiati precariamente l’uno sull’altro. «Non siamo artisti, usiamo solo la musica per raccontare: siamo attivisti sociali che vogliono denunciare le enormi ingiustizie in Africa e in Asia e cambiare le cose» dice con voce dolce e calma Daniel. Insieme ad Isaiah Kimani è venuto in Italia per far conoscere il loro gruppo musicale, gli “Hope raisers”, nato nella baraccopoli keniana resa nota nel nostro paese dalle drammatiche testimonianze di Padre Alex Zanotelli.

La loro voce si alza dagli slum di Nairobi per denunciare la schiavitù dell’Africa imposta dai creditori,
ma anche per risvegliare la propria gente: «nella canzone "G8" ci rivolgiamo ai grandi della terra, chiedendo di salvarci dal debito: il Kenya spende ogni anno 122 miliardi di scellini per pagare gli intressi del debito». Il 22% del bilancio, tanto quanto si spende in sanità e istruzione, più di dieci volte la spesa per l’acqua potabile. Una condizione che favorisce i creditori del Nord del mondo e rende impossibile agli africani uscire dalla povertà, per quanti sforzi si facciano. «Ma in altre canzoni, come “Somebody tell me why”, parlano anche dei leader africani, corresponsabili della povertà della gran parte della popolazione» aggiunge Martino Ghielmi, il ragazzo di Orino volontario in servizio civile a Nairobi con Ipsia-Acli. I volontari di Ipsia hanno sostenuto gli Hope raisers nel loro sogno, Martino li ha accompagnati nel loro tour in Italia. Sono stati ospiti di trasmissioni radiofoniche, di università e festival cinematografici, di MTV e del Tg1.

Durante la serata a Varese, organizzata da Ipsia e Acli Colf presso il circolo delle Bustecche, hanno suonato alcune canzoni e raccontato in inglese la loro storia d’impegno e testimonianza. In una realtà come quella di Korogocho molti ragazzi fuggono dalla drammatica vita quotidiana e dalla povertà attraverso la droga, colla sniffata da una bottiglia di plastica recuperata in discarica. Per chi vive nelle strade fangose o polverose secondo la stagione, un gruppo di ragazzi capaci di emergere grazie alla musica diventa un esempio: Daniel,Isaiah e gli altri due “hope raisers” sono riusciti a riprendere gli studi che permetteranno di trovare un lavoro e hanno avuto la forza di raccontare la loro storia in giro per l’Italia. Ma rimangono ancora figli di Korogocho: dopo gli studi di Mtv e di Radio Popolare, questa notte dormiranno nelle loro baracche, in mezzo alla gente cui cercano di dare voce.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
bianca1977 su Varese si prepara a dire addio alla piscina di via Copelli: al suo posto si valuta un impianto per la pallavolo
Fabrizio Tamborini su Elly Schlein a Varese: “È una vergogna che prosegua l’occupazione di Gaza, e il silenzio del governo Italiano è complicità”
Felice su Latitante 20enne arrestato a Saronno dai Carabinieri: era evaso dai domiciliari
PaoloFilterfree su Brutale pestaggio in centro a Varese. La testimonianza di un cittadino
Felice su Sabato è il giorno di Va Live Pal: musica, arte e impegno civile ai Giardini Estensi di Varese
gokusayan123 su Varese, arrestato per stalking un 20enne: pedinava una commessa da due mesi
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.