Fabio Ilacqua racconta l’uomo e la vulnerabilità della sua condizione

Al Museo Butti di Viggiù la mostra “Ritratti” dell’artista varesino

“Il mio soggetto è l’uomo e la vulnerabilità della sua condizione, non m’interessano nature morte o paesaggi. D’altra parte il volto umano non è forse un fantastico paesaggio in eterno stravolgimento? Io cerco di osservare la realtà e di cogliere quanto di non ordinario si cela nel quotidiano, cosa si nasconde sotto la superficie delle cose. Mi piace pensare che i soggetti dei miei dipinti vivano una propria esistenza, scevra dall’egoismo e dalla stupidità che caratterizza gli uomini. Il dipinto allora diventa una zona liberata, un’isola di felice anarchia. La pittura non è fatta per decorare una parete. La pittura è l’arma acuminata e deflagrante con cui portare avanti una vera e propria guerra. La pittura non deve avere fini, ma ha, ne sono certo, la capacità di sconfiggere la morte ed il trascorrere inesorabile del tempo. Quel che mi succede ultimamente è che i piccoli pennelli mi mettono una certa agitazione. L’idea di stare a due centimetri dalla tela, con un pennellino acuminato m’inquieta. Cerco di risolvere tutto con pennelli di media grandezza, in rapporto alle dimensioni della tela. In questo modo mi precludo volontariamente la possibilità di arrovellarmi intorno ad un particolare e spero di riuscire a rendere in modo più sintetico quel che osservo, assecondando anche la casualità con cui un grosso pennello distribuisce il colore, ascoltandone i suggerimenti. Mi piace pensare, come diceva Francis Bacon, che tutta la grande arte ha come minimo comune denominatore un unico tema la vulnerabilità della condizione umana. La sola idea di trovarsi per puro caso su questa pietra che vaga in mezzo all’universo, mi pare un buon motivo per mescolare un po’ di colore su una tavolozza” Con questa visione della sua pittura, Ilacqua ci introduce nei meandri di questa mostra, la prima in assoluto realizzata in uno spazio museale di prestigio, dove sono esposti 20 ritratti, realizzati esclusivamente per questo evento, nati dalla fantasia dell’artista o ripresi da personaggi incontrati casualmente per strada.
L’originalità di questa mostra sta proprio in queste presenze, avventurarsi in questa galleria di personaggi, che rappresentano parte di noi stessi, darà modo al visitatore di interrogarsi se l’Arte è da considerare più come rappresentazione della realtà oppure come immaginazione di una fantasia reale.
 
Fabio Ilacqua nasce a Varese nel 1975, ma sente dentro di sé di essere anche uomo del sud, da dove provengono i suoi genitori, considerando queste terre il suo primordiale luogo nativo.
I primi approcci con la pittura, così come con la scultura e la musica, risalgono all’infanzia. Approcci istintivi e spontanei, per questo pieni di una gioia disinteressata. Dopo la maturità artistica frequenta l’accademia di Brera, corso di scultura, con la speranza di trovare un’alternativa all’asfissiante e nevrotica omologazione di uomini ed idee. Sono questi gli anni delle letture voraci e disordinate, boccate d’aria pura: Stirner, Malatesta, Pasolini, Camus e ancora Carver, Fante, Celine, penna ecc…E poi la musica d’autore, l’immediatezza del suo linguaggio, la genuinità della musica popolare, naturalmente poetica e i lunghi pomeriggi di discussione e scoperta con l’amico e poeta Luigi Capelli, ormai scomparso. Terminati gli studi s’imbarca con entusiasmo e rabbia in quella meravigliosa avventura solitaria che è l’arte, concepita come rifiuto del banale e sogno. Poeta, musicista (vincitore nel 2007 della XVII edizione del Musicultura festival), pittore, scultore, per la prima volta propone ufficialmente parte della sua arte figurativa, che riteniamo già illuminata da una personale e profonda qualità artistica.
 
RITRATTI di Fabio Ilacqua
Museo Butti
viale Varese 4, 21059 Viggiù (VA)
Inaugurazione: sabato 18 aprile 2009
Fino al 10 maggio 2009
mercoledì, sabato e domenica 10.00-18.00
info: 0332-486510
www.comune.viggiu.va.it

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Pubblicato il 16 Aprile 2009
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