Farioli: “Il bruco è morto, speriamo rinasca una farfalla”

Il sindaco, prudente sul futuro, cita Trapattoni: "Non dire gatto finchè non l'hai nel sacco". Si appella alla cordata perchè mostri "responsabilità" dando seguito agli accordi, e ai tifosi perchè sostengano la squadra

La Pro Patria è fallita, viva la Pro Patria. È un po’ questo lo spirito del sindaco Gigi Farioli, "primo tifoso" dei tigrotti di Franco Lerda e da oggi in una situazione più delicata che mai. Non bastava l’essersi dimesso e rimesso in sella in pochi giorni a fronte delle bizze della maggioranza: ora gli tocca anche dare concretezza a quella "cordata" pronta a rilevare la società biancoblu di cui si parla ormai da mesi, e di cui si è fatto garante. «Anche in questi giorni ho lavorato zitto zitto, facendo i salti mortali. Non è ancora il momento di parlare» aggiunge, ma sono le ultime parole famose. «Mai avrei detto che un fallimento sarebbe stato accolto positivamente» sospira commentando la notizia del giorno, «speriamo che alla morte del bruco segua la nascita della farfalla». È proprio quello che si sta cercando di fare con il subentro di una nuova proprietà che ricostruisca, su fondamenta solide e condivise, la gloriosa società bustocca che ha subito oggi l’onta di un fallimento. È tempo di agire. «Le persone cui abbiamo dato fiducia ora si assumano responsabilità, lo meritano la serietà dei giocatori e la passione della città» avverte il sindaco. «Io ci ho messo tutto me stesso, inclusa la mia personale firma sulla proposta di compravendita avanzata a Zoppo fin da gennaio. Le persone per cui ho messo la firma sono degne di fiducia, ma certo le esperienze passate inducono alla prudenza. Chi, anche per interposta persona, si è scottato con l’acqua calda, dopo teme anche quella fredda. E, trapattonianamente, aspetto a dire gatto finchè non l’ho nel sacco». Insomma: guai a dire troppo presto "è fatta". Con il fallimento se ne sono poste le condizioni, ma i tempi sono ristretti: entro il 30 aprile bisogna agire per consegnare alla Covisoc conti in ordine anche sotto il profilo contributivo. Soprattutto, va ridata serenità a una squadra che lunedì sera a Cesena si gioca mezza promozione.

La Pro Patria di Zoppo è stata costruita per vincere, ma la società è andata al disastro. Paradossi. «Zoppo ci fu presentato da Armiraglio (allora presidente), Lamazza (poi dg della squadra) e i Vender (gli ex proprietari, oggi ponti a rientrare nella cordata) tramite Roberto Cerboni» precisa Farioli, quasi a sgravarsi del fatto di aver accolto con favore il nuovo acquirente. «Seguii con attenzione e speranza quegli sviluppi, chiedendo però serietà». Come è finita è noto: sfumato l’affare nuovo stadio, sono rimaste le magagne finanziarie da un lato e una squadra talvolta discontinua ma spesso irresistibile dall’altro. Farioli ringrazia ancora Lamazza ed Armiraglio per la parte svolta negli ultimi mesi per ricostruire, ma soprattutto i giocatori, a partire dal portierone Luca Anania: «Sono veri professionisti, seri, preparati. Ho potuto tenere con loro un rapporto chiaro, potendo dire le cose come stavano, nella loro cruda realtà, in un rapporto franco e diretto». Ed è già tempo di appelli: «Lunedì tutti a Cesena: e speriamo per allora di aver già depositato la costituzione societaria».

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Pubblicato il 02 Aprile 2009
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