Ingiunzioni di pagamento per mesi mai sfruttati, commercianti sul piede di guerra
La protesta di un commerciante "costretto" ad andarsene nel luglio scorso dal centro commerciale "Il Fare " di viale Lombardia. Se ne è andato a luglio e la proprietà gli ha chiesto l'affitto fino a dicembre
I negozianti dell’ormai ex centro commerciale “Il Fare” di viale Lombardia a Gallarate sono sul piede di guerra. Non solo tutte le problematiche di un polo mai decollato nonostante l’inaugurazione in pompa magna e le dichiarazioni trionfalistiche degli amministratori comunali gallaratesi. Adesso in molti hanno anche ricevuto ingiunzioni di pagamento di mesi arretrati secondo i commercianti ingiuste e sbagliate. Tra loro c’è Daniele, giovane gestore di un negozio di abbigliamento di un noto marchio insieme ad una socia, costretto a chiudere il negozio lo scorso luglio a meno di un anno dall’apertura del centro (inaugurato nel maggio 2007): «Da subito avevamo capito che le cose non funzionavano come ci avevano promesso e raccontato – spiega Daniele -. Dei 75 negozi annunciati non ne sono stati aperti mai più di 45/50 e oltre a tre/quattro marchi importanti dentro lì c’era tanto ciarpame e cianfrusaglie. Con la proprietà non c’è mai stato dialogo, quando avevano qualcosa da comunicare mandavano lettere dagli avvocati». La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la richiesta di pagamento di cinque mensilità, parte delle quali mai sfruttate dai commercianti in questione: «Noi abbiamo stipulato un contratto d’affitto di ramo d’azienda, ma l’azienda non l’abbiamo mai vista per come ce l’hanno venduta – spiega Daniele -. Il canone era altissimo, pagavamo oltre 36 mila euro all’anno senza contare le spese condominiali. Ce ne siamo andati in luglio e ci vogliono far pagare da maggio a dicembre come se fossimo rimasti dov’eravamo: l’ingiunzione di pagamento è per circa 20 mila euro. Non ci stiamo, vogliamo capire cosa non ha funzionato e non siamo intenzionati a pagare una cosa che riteniamo ingiusta e scorretta. Nelle nostre condizioni sono in tanti, alcuni dei quali hanno pagato subito e si sono rovinati. Noi ci siamo rivolti subito ad un avvocato. Ci siamo sentiti presi in giro, hanno abbandonato i negozi a loro stessi».
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