La negazione del paesaggio

Writer in azione alla Fondazione Bandera per l’arte

Con l’inaugurazione di domenica 5 aprile della seconda rassegna legata alla città, si è completato il disegno progettuale attraverso il quale, il Pala Bandera e l’Amministrazione comunale di Busto hanno dedicato al problema della visibilità del paesaggio urbano.
L’intervento dei tre writer OZMO, ZIBE e 2501, nike-name con cui si presentano i tre autori, sulle pareti esterne della vecchia fabbrica Bandera e quello nel cortile della Fondazione stessa hanno mostrato una “scrittura” estetica ben lontana dagli usuali stilemi dei writer nostrani.
Il loro intervento mostra una sorta di intervento più legato ad una rilettura dei tarocchi o dei personaggi delle favole di un Alice nel paese delle meraviglie. Sulla parete dell’edificio industrile, infatti, campeggia una alta torre dalla quale personaggi fiabeschi precipitano senza dramma, accanto elementi di natura vegetale si muovono, nel contesto della raffigurazione, legando le immagine dei due differenti autori. Sulla parte rimanente dell’edificio si affaccia, in diverse misure, il volto sorridente di Arnold, piccolo attore di colore di un serial televisivo di alcuni anni fa.
Nel cortile della Fondazione, invece, gli stessi autori hanno proposto lungo tutta l’altezza dell’edificio una Madonna di Guadalupe attorniata da elementi vegetali e ibridi architettonici che si innervano nello stesso ampio spazio della raffigurazione e ne dilatano la parete. Una sorte di altare popolare nel segno della leggerezza di una fiaba. Difronte il sempre sorridente Arnold ci invita ad entrare nello spazio espositivo della Fondazione.
Anche in questo caso la cromia non ricalca il multicolor di molti interventi dei tanti “writer”che popolano il nostro mondo urbano notturno, ma si presenta attraverso una leggera variazione di grigi-azzurri evanescenti. Certamente un grafitismo innovativo nell’ambito di quel che più semplicemente viene definita arte di strada; più grafico, più poetico, più lirico, di certo non urlato e casuale come i molti “segni o disegni” che siamo abituati a vedere nei più disparati luoghi urbani.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Aprile 2009
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