“Marchio Ticino” si allarga
Il paniere del Parco si è arricchito di nuovi prodotti legati direttamente alle acque del fiume. Hanno infatti recentemente ottenuto il riconoscimento a “Marchio Parco” alcuni prodotti ittici importanti
Nel Parco del Ticino convivono aree di grande interesse naturalistico, zone urbane e larghe porzioni di territorio agricolo che, con i suoi oltre 50.000 ettari, rappresenta circa i due terzi dell’intera superficie dell’area protetta.
Si tratta di una realtà dinamica, articolata e ben organizzata, con un’ottima struttura irrigua di supporto che, unita all’esperienza dei nostri imprenditori, consente di ottenere buone produzioni sia per quanto riguarda i prodotti vegetali, sia per quanto concerne gli allevamenti.
Alcune aziende, particolarmente attente e sensibili, oltre ad avere introdotto i metodi dell’agricoltura biologica o dell’agricoltura integrata, hanno aderito al sistema del marchio “Parco Ticino – Produzione controllata”.
Il marchio Parco del Ticino Produzione Controllata, il cui utilizzo è stato avviato nel 1998, è rivolto a tutte le aziende situate entro i confini territoriali del Parco, ovvero ai produttori singoli o associati e ai trasformatori di prodotti agro-alimentari per la sola quantità ottenuta da materie prime provenienti dalle aziende agricole poste all’interno dell’area protetta.
Oggi aderiscono al marchio diverse aziende con la produzione di salumi, carni, latte, formaggi, yoghurt, miele, riso, cereali, ortaggi e frutta, specie ittiche, dai quali si ricavano anche diversi prodotti derivati, tra i quali i dolci.
“Lo sviluppo del marchio ha permesso di individuare nuove forme di sviluppo del turismo legato alla naturalità dei luoghi e all’agricoltura – spiega la presidente del Parco, Milena Bertani -. Sono nati così gli agriturismi, le fattorie didattiche, gli spacci aziendali presso i quali guide naturalistiche appositamente formate educano al riconoscimento del valore del territorio e dei prodotti locali di qualità. Il marchio ha rappresentato – come è spesso accaduto durante la storia del Parco – una anticipazione delle tendenze che, in questo caso, sono diventate disposizioni comunitarie. Favorire l’adesione al marchio implicava già dieci anni fa l’idea di diversificare le attività agricole aziendali, quello che oggi tecnicamente viene definita multifunzionalità agricola. Per rendere concreta questa possibilità e realizzare un’offerta efficace di beni e servizi da parte dell’agricoltura era fondamentale la presenza di due diverse condizioni. Da un lato occorreva riconsiderare l’organizzazione interna delle imprese, in misura tanto più rilevante quanto più distanti erano le capacità materiali e professionali di soddisfare le nuove esigenze, mentre dall’altro era indispensabile un contesto ambientale favorevolmente disposto a valorizzare l’agricoltura locale”.
Alle 27 aziende oggi iscritte si andranno ad aggiungere quindi un buon numero di altre imprese agricole impegnate nella produzione delle eccellenze alimentari di questo territorio. A partire da oggi, ad esempio, del paniere fanno parte anche i prodotti ittici, quali la trota, lo storione, il caviale, si sta rafforzando l’offerta di prodotti orticoli e di carni. In poche settimane sono già oltre una decina le aziende che hanno chiesto di compilare l’apposito questionario di valutazione, primo passo per l’adesione al marchio.
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