Meno votanti negli ultimi 25 anni, crescono le donne
Il tasso medio di affluenza alle urne è calato del 24%. A guidare la classifica dei paesi più “europeisti” sono il Lussemburgo, il Belgio e Malta
Nei paesi comunitari il numero di coloro che si recano ad eleggere i propri rappresentanti per il Parlamento Europeo è in netta discesa. Il tasso medio di affluenza alle urne è calato negli ultimi 25 anni del 24%.
Questo dato è influenzato per la maggior parte dall’atteggiamento dei cittadini dei paesi di nuova adesione. Si calcola infatti che in questi paesi il tasso di adesione sia di molto inferiore al 40%, un dato che ha fatto sensibilmente scendere il tasso medio di affluenza registrato in tutta l’UE.
Se infatti nel 1979 era del 70% è andato via via calando, fino a raggiungere il 45,50% degli aventi diritto al voto nelle elezioni del 2004. Nello stesso anno però il numero delle votanti di sesso femminile ha superato quello dei voti maschili.
A guidare la classifica dei paesi più “europeisti” sono il Lussemburgo, con il 91,35%, il Belgio, con 91% e Malta con l’82%. L’Italia, sempre nel 2004, ha registrato un tasso di affluenza dell’72%, di 8 punti inferiore a quello registrato nello stesso anno alle elezioni politiche. In coda alla classifica c’è la Slovacchia con il 17%. In molti casi la causa della bassa affluenza è da attribuire a determinate situazioni politiche interne agli stati, dove per esempio ascendono al potere partiti populisti, cosiddetti “euroscettici”.
In generale, però, la colpa è della scarsità di informazioni sulle attività dell’Unione europea a cui riescono ad accedere i cittadini. Proprio a questa diffusa lacuna informativa le istituzioni europee cercano di porre rimedio con continue campagne di sensibilizzazione, e proprio di questo problema si occupa l’Ufficio del Parlamento Europeo a Milano.
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