Mud: tutto come prima (per ora)
In fatto di dichiarazione ambientale nulla cambia: almeno per quest’anno. È partito da questa certezza l’incontro sul Modello Unico di Dichiarazione Ambientale organizzato da Univa per raccontarne tutti i particolari
In fatto di dichiarazione ambientale nulla cambia. Almeno per quest’anno. È partito da questa certezza l’incontro sul MUD (Modello Unico di Dichiarazione Ambientale) organizzato nella mattina dell’8 aprile dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese nell’ambito del ciclo inFORMARSI, corsi gratuiti di aggiornamento per il personale delle imprese associate. Una cinquantina quelle presenti oggi nella sala convegni di Gallarate dell’associazione. L’argomento, infatti, è di stretto interesse per le attività produttive. A qualsiasi settore esse appartengano. La scadenza è dietro l’angolo. Fissata per il 30 aprile. Data entro cui le attività produttive del territorio dovranno far pervenire agli uffici della Camera di Commercio la documentazione prevista dalla normativa. Pena pesanti sanzioni amministrative. La mancata comunicazione, la compilazione incompleta o inesatta potrà costare all’azienda dai 2.600 ai 15.500 euro.
Per non incappare in errori, almeno per quest’anno, basterà seguire le stesse regole di compilazione previste già per il 2008. “Il provvedimento approvato nello scorso mese di dicembre che ha introdotto importanti cambiamenti nella redazione del MUD – hanno spiegato i responsabili dell’Area Ambiente dell’Unione Industriali – sarà applicabile solo a partire dal 2010”. La piccola riforma, con annesse novità, è dunque rinviata. Tutto rimane invariato. A partire dai soggetti obbligati a presentare il modello. Tra questi le imprese che hanno prodotto nel 2008 rifiuti pericolosi. Ma, non solo. Anche quegli enti e quelle aziende che hanno prodotto, attraverso lavorazioni industriali e artigianali, dei rifiuti non pericolosi dovranno procedere alla compilazione. In questo caso lo spartiacque sta nel numero dei dipendenti. “Tra le attività che hanno prodotto rifiuti non pericolosi – hanno continuato nella spiegazioni gli esperti dell’Unione Industriali – ad essere oggetto dell’obbligo del MUD sono solo quelle che hanno più di 10 addetti”. L’elenco dei soggetti tenuti alla redazione continua poi con coloro che a titolo professionale hanno portato avanti attività di raccolta e trasporto rifiuti, commercianti e intermediari senza detenzione, imprese ed enti che effettuano recupero e smaltimento rifiuti, oltre ai consorzi per il recupero e il riciclaggio degli imballaggi. Sono invece esonerati, ad esempio, gli imprenditori agricoli con un volume d’affari annuo inferiore agli 8mila euro.
Una particolare sezione del MUD riguarda, inoltre, quelle attività che trattano veicoli fuori uso, da rottamare. “Questa sezione – è stato spiegato – deve essere compilata solo da coloro che, nel 2008, hanno svolto raccolta, trasporto e trattamento di questi tipi di mezzi e dei relativi componenti e materiali, vale a dire gli autodemolitori,i rottamatori e i frantumatori”.
Ultimo punto trattato durante l’incontro è stato quello delle “Emissioni”, altro capitolo contenuto nel MUD. Che, in questo caso, riguarda solo quelli che in termini tecnici vengono definiti impianti industriali IPPC soggetti alla normativa sulla prevenzione e riduzione dell’inquinamento, le attività estrattive, l’industria del legno, i cantieri navali, gli impianti di depurazione, e l’industria del carbone. “Tale parte della dichiarazione – hanno precisato dall’Area Ambiente dell’Unione Industriali – deve essere compilata solo nel caso di superamento dei valori di soglia stabiliti e relativi alle emissioni in aria e acqua, a quelle nel suolo, agli scarichi in rete fognaria e ai trasferimenti fuori dal sito produttivo dei rifiuti”.
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