Niente festa di skinheads al Museo del Tessile
Preoccupazione del sindaco Farioli e intervento della Questura dopo il volantino comparso in città sul concerto dall'anima neofascista che si sarebbe dovuto svolgere sabato sera nel bar della struttura
«Il Questore di Varese, appresa la notizia di un evento organizzato su internet da un gruppo di skinhead che si sarebbe dovuta svolgere a Busto Arsizio all’interno del Bar del Museo Tessile oggi 18 aprile 2009 oggetto anche di articoli di stampa apparsi in data odierna sui giornali locali, dopo aver predisposto tutti gli accertamenti del caso, ha adottato un provvedimento di divieto poiché, trattandosi di iniziativa pubblica da svolgersi in luogo aperto al pubblico, soggetta quindi alla normativa prevista dall’art. 18 del TULPS, non era stata formalizzata nessuna richiesta all’Autorità di P.S». È il Comunicato rilasciato dalla Questura di Varese in merito al concerto neofascista annunciato nei giorni scorsi e che, quindi, non si svolgerà. A vigilare sulla situazione le forze di polizia. Il luogo sarebbe dovuto essere il locale, gestito da privati, nell’area del Museo del Tessile, il “castello” citato nel volantino. Il Sindaco Luigi Farioli aveva richiesto l’intervento della Questura temendo uno "scempio all’immagine della città". La scelta delle forze dell’ordine è stata quella di prevenire incidenti per evitare un raduno esplicitamente neofascista.
Una giornata movimentata quella di sabato, per le istituzioni, dopo la notiziata circolata sull’organizzazione del concerto. Il sindaco di Busto Arsizio, Gigi Farioli, si è mosso a mezzogiorno di venerdì, non appena venuto a conoscenza dell’evento: «nella locandina dell’evento compare il simbolo della Città affiancato da fasci littori, senza alcuna legittimità» ha scritto nella comunicazione inviata alla Questura, in cui chiede di rimanere costantemente informato su «ogni utile iniziativa ad evitare scempio di immagine, e non solo, della nostra Città».
Intorno alle 14 la comunicazione della Questura, che di fatto vieta lo svolgimento del concerto nell’area pubblica, in quanto non sono stati rilasciati permessi.
Nel volantino diffuso nei giorni scorsi si parlava di un raduno “al castello”: una espressione generica che si è scoperto indicare il Museo del Tessile, le cui strutture neogotiche ricordano effettivamente un castello. Il gestore del locale sarebbe stato contattato da tempo da un gruppo di ragazzi che chiedeva uno spazio per fare musica. Per evitare rischi,
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