Non dimenticate i bimbi di Cernobyl

Emilio Vanoni, Presidente del Comitato Progetto Cernobyl di Induno Olona spiega il prezzo pagato ancora oggi da tante piccole vittime della catastrofe nucleare avvenuta 23 anni fa

Egregio Direttore
I giornali di questi giorni hanno dato la notizia della visita di Lukashenko, il Presidente della Bielorussia, per la prima volta in Italia. La discussione sembra orientata sulla opportunità di “sdoganare” l’ultimo dittatore dell’Europa dell’Est. Che in Bielorussia esista un paese poco democratico che mette a tacere e in galera tutti i dissidenti è fuori discussione. Ma la Bielorussia è anche il Paese che più di ogni altro ha pagato e paga in termini di viti umane dello scoppio della centrale nucleare di Cernobyl, avvenuto proprio il 26 aprile 1986, un dramma che colpisce ancor oggi intere popolazioni costrette a vivere in territori contaminati dalla radioattività e che tutti (Bielorussia e Unione Europea) per motivi diversi cercano di nascondere. Giusto allora quello di chiedere conto a Lukashenko del rispetto dei fondamentali diritti umani nel suo Paese, ma è altrettanto giusto mantenere un atteggiamento aperto con questo Paese sia per favorire l’avvento della democrazia e sia per aiutare le popolazioni costrette a convivere con la radioattività. In questi giorni abbiamo proprio ricevuto un appello dalla Bielorussia per NON DIMENTICARE I BAMBINI DI CERNOYL e che riportiamo integralmente da parte di una delle nostre accompagnatrici:
“La provincia di Chechersk, costituita nel 1926, si trova nella zona sud-est della Bielorussia, ai confini con la Russia e l’Ucraina, nella regione di Gomel. Il fiume Sozh attraversa il suo territorio da nord a sud. La nostra provincia è stata costituita nel 1926. Ha una superficie di 1231 Kmq. Le zone agricole occupano il 35 per cento del territorio. Chechersk è nota nelle cronache sin dal dodicesimo secolo, è situato vicino alla confluenza del fiume Chechera e Sozh. Questo territorio sin dai tempi antichi è stato ritenuto idoneo alla residenza. Esistono infatti numerose prove di insediamenti archeleogici ritrovati nel nostro territorio.
Chechersk è capoluogo di  provincia. La popolazione della provincia è di 17.200 abitanti, 7.700 delle quali vivono in Chechersk. Sul territorio si trovano anche 7 consigli rurali, che riuniscono 125 villaggi di 99 sono abitati.
La nostra provincia è agricola. Come imprese industriali lavorano solo la fabbrica dei prodotti alcolici, quella dei prodotti artigianali della paglia, una impresa forestale e 7 aziende agricole. I principali settori della agricoltura sono la produzione della carne, i prodotti lattiero-caseari, cereali e colture industriali, patate.Nessuno di noi dimentica quel tragico aprile del 1986, quando il vento di primavera ha portato sulla nostra terra la nube della radioattività, una nube silenziosa che è entrata nelle nostre case, nelle nostre anime. Per la prima volta sulla terra della Bielorussia hanno scritto il termine «evacuato», e nella nostra storia è entrata la parola «migrante». Molti sono stati costretti a lasciare le loro case … Tutto il territorio della provincia è stato contaminato dalla radioattività. Nei primi anni dopo l’incidente di Cernobyl a seguito delle migrazione ci sono stati grandi cambiamenti demografici: la popolazione è diminuita del 42%. La maggioranza della nostra popolazione vive in un territorio con livello di radiazione del cesio-137 da 5 a 15 Curie per Kmq.
Subito dopo lo scoppio della centrale nucleare di Cernobyl sono stati evacuati completamente 32 villaggi, diventati scientificamente le zone morte e modificando profondamente il territorio urbanistico con aumento della popolazione   anziana. Oggi è tutto cambiato qui da noi: abbiamo perso la voglia di vivere, manca la sicurezza della salute e in un futuro migliore. Guardiamo ai nostri figli che vanno a scuola, aspettano il calore del sole estivo, corrono verso il lago, pescano, godono la vita nonostante tutto. Il nostro obiettivo è di garantire loro una vita felice e sicura, e per avere questa possibilità, molti di loro hanno bisogno del vostro aiuto.
Il disastro di Cernobyl ha provocato tanto dolore e sofferenza, ma ha dato anche impulso allo sviluppo di una solidarietà internazionale unica al mondo, che non ha paralleli nella storia. Gli attori di questa solidarietà non sono solo i governi e le organizzazioni internazionali, ma anche le famiglie, gente semplice, medici, scienziati tutti coloro che condividono l’impegno ad aiutare soprattutto bambini che vivono nei territori contaminati. Il nostro appello è uno solo: non abbandonateci, voi siete l’ultima speranza per la salute di tutti i nostri bambini.
(Lana Petrovna Melnikova.)
 
Il nostro comitato di Induno Olona, che da 14 anni ospita i Bambini di Cernobyl, lancia anche oggi un appello per cercare nuove famiglie disponibili per ospitare un bambino di Cernobyl nella prima quindicina del mese di agosto telefonando allo 0332 200286.
Emilio Vanoni – Presidente del Comitato Progetto Cernobyl di Induno Olona.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Aprile 2009
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