Scoperte delle mura del V secolo al Castello Baradello

La costruzione, di oltre due metri di altezza e lunga circa 300 metri, è stata scoperta da un gruppo di ricercatori tra cui alcuni studenti e docenti dell'Università dell'Insubria

Un poderoso muro fatto di pietra e tegoloni romani e legato con malta tenacissima. E’ questa l’ultima importante scoperta effettuata nei giorni scorsi sul colle dove sorge il Castello Baradello. Il muro, di circa 2,5 metri di altezza e dello spessore presumibile di oltre 1 metro, è lungo circa 300 metri e comprendente nel suo percorso almeno una torre. La costruzione si sviluppa partendo da uno strapiombo in direzione Nord Ovest–Sud Est, raccordandosi poi con la cinta che circonda il piazzale del casino di caccia, presso la trattoria e sotto la torre.

L’origine – Questo muro fa parte delle fortificazioni più antiche del Castello, quelle messe in evidenza negli scavi condotti l’anno scorso e attribuite al V-VI secolo d.C. Per precisare meglio il periodo di costruzione verranno effettuate datazioni assolute dei muri con il metodo del radiocarbonio, attraverso la misurazione del C14 presente nell’anidride carbonica che la malta ha assorbito dall’atmosfera durante il processo di indurimento. 

La ricerca – Dopo gli scavi condotti nel 2008, per intensificare le ricerche sul campo autorizzate dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la scorsa settimana è stata effettuata dai Musei Civici di Como, in accordo con la Soprintendenza Archeologica della Lombardia e in collaborazione con l’Associazione RFA (Ricerche e Fortificazioni Altomedievali), una sistematica esplorazione del colle su cui sorge il Castello Baradello. E’ stato scelto questo periodo dell’anno perché assicura la migliore visibilità possibile, prima che i boschi si ricoprano di un manto di foglie rendendo difficile l’ispezione del terreno.

Percorso archeologico – «Una delle principali finalità dell’indagine – spiega il dottor Lanfredo Castelletti, uno dei direttori dello scavo – è di produrre nuove scoperte per ampliare l’area degli scavi archeologici e valorizzare al meglio questo affascinante luogo, ricco oltre che di suggestioni storiche di un panorama notevole dall’alto della torre di recente restaurata. Attraverso queste attività ci si propone di realizzare in un prossimo futuro un articolato percorso di visita nelle aree circostanti il Castello che completi la visita alla torre-museo e ai resti archeologici contigui, secondo i progetti messi in atto dal Parco Regionale Spina Verde in collaborazione con l’amministrazione comunale».

Università – La ricognizione dei giorni scorsi è stata effettuata da un gruppo di studenti e laureati dell’Università dell’Insubria e dell’Università Statale di Milano (Marco Biraghi, Clelia Orsenigo, Christian Colombo, Davide Basile, Francesco Cogliati, Cristina Monti, Erica Righi).

La ricerca della muraglia – Oltre alla scoperta del muro, il secondo obiettivo parzialmente raggiunto ha riguardato la ricerca della muraglia che, secondo quanto scritto da Benedetto Giovio nella sua “Storia Patria” del 1532, aveva per “…estremità le rocche di Castelnuovo e del Baradello…” entrambe distrutte dagli Spagnoli all’epoca in cui egli scriveva. Sotto la torre è stata, così, rilevata la presenza di un punto di attacco del muraglione che doveva scendere fra il Ginöcc (San Martino in Silvis) e San Carpoforo per poi proseguire nella piana della Convalle dove esistevano tre porte (sempre secondo Benedetto Giovio) e raccordarsi infine alla fortezza situata di fronte al Baradello nell’area circostante l’ex O.P.P. Alle ricerche sul terreno si alternano, infatti, i confronti con le testimonzianze conservate nei manoscritti, libri a stampa e archivi.
 
Nuove ricerche – Una nuova campagna, finanziata dal Comune, dalla Regione e dalla Fondazione Provinciale della Comunità Comasca, verrà ora promossa quest’estate. Gli scavi, della durata di un mese e diretti da Lanfredo Castelletti dell’Università dell’Insubria, Isabella Nobile dei Musei Civici di Como, Giampietro Brogiolo dell’Università di Padova, inizieranno a luglio e saranno progettati in funzione delle nuove scoperte.

La storia – Il castello Baradello è situato al limite estremo della Spina Verde verso Sud-Est, in posizione elevata che permette un’ampia visione sia della convalle, sia della pianura, luogo strategico per il controllo del territorio. Diverse sono state le strutture fortificate che si sono insediate nel tempo. Probabile castelliere preistorico (Tito Livio parla della resa di 28 “castella”) mantenne la sua funzione difensiva anche in epoca romana e bizantina, periodo a cui risale la cerchia muraria più interna. Durante la guerra decennale tra Como e Milano (1118-1127), l’Anonimo Cumano testimonia la ritirata di alcuni comaschi sul colle fortificato. Nel 1158 Federico Barbarossa autorizzò la riedificazione e l’ampliamento del castello, in cui soggiornò durante la campagna militare contro Milano.Nel 1176, dopo la sconfitta di Legnano, l’imperatore donò alla Chiesa e al Comune di Como il castello, in riconoscimento della fedeltà dimostrata dai comaschi. Il XIII secolo vide lo scontro fra i ghibellini Rusca (alleati dei Visconti) ed i guelfi Vitani (alleati dei Della Torre) per il controllo della città; quando prevalsero i Rusca, Napo Della Torre e parte della sua famiglia vennero rinchiusi in gabbie esposte alle pareti esterne del Baradello. Durante il periodo visconteo torre e cinta muraria vennero rialzati. Tra il XV e il XVI secolo il castello entrò in un progressivo stato di abbandono che culminò nel 1527 quando gli spagnoli imposero lo smantellamento della fortificazione di cui venne conservata solo la torre.

 

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Pubblicato il 16 Aprile 2009
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