Solo sei no. Il Senato approva
Alle 20.08 la chiusura della seduta dopo sei ore di lavoro
Con 154 voti favorevoli, 6 contrari e 87 astenuti, il Senato ha definitivamente approvato il disegno di legge n. 1117-B, collegato alla manovra finanziaria, recante delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione.
Le dichiarazioni di voto finali hanno confermato l’ampio consenso delle forze politiche intorno ad una riforma ampiamente modificata rispetto alla stesura originaria grazie anche all’apporto delle opposizioni. Il ddl ha così raccolto il voto favorevole dei Gruppi di maggioranza PdL, LNP e MPA, oltre che del Gruppo IdV, mentre il Gruppo PD si è astenuto. Unico Gruppo che ha espresso voto contrario è stato quello dell’UDC-SVP-Aut.
Il sen. Pistorio (MPA) ha tuttavia sollecitato il Governo a mantenere gli impegni assunti nei confronti del Mezzogiorno, finora penalizzato da iniziative volte a fronteggiare la crisi economica attingendo risorse dal Fondo per le aree sottoutilizzate e dai fondi strutturali, quando invece il recupero del divario tra le diverse aree del Paese costituisce l’unico modo per garantire reale contenuto alla riforma federalista.
La contrarietà del Gruppo è stata motivata dal sen. D’Alia (UDC-SVP-Aut) che ha sottolineato l’indeterminatezza di un federalismo fiscale che non assegna con chiarezza le funzioni di governo, teorizza l’anarchia fiscale, produce enormi spese con conseguente aumento della pressione fiscale complessiva, sopprime di fatto l’unità giuridica ed economica del Paese e cancella l’autonomia delle Regioni a statuto speciale.
Il sen. Belisario (IdV) ha rilevato con soddisfazione il clima di leale e costruttiva collaborazione registratasi intorno ad una riforma che il Parlamento ha significativamente migliorato e che diminuirà, attraverso la chiara definizione dei reali centri di spesa e di governo, la distanza tra Stato e cittadini. Il Gruppo IdV vigilerà affinché i decreti attuativi non tradiscano lo spirito innovativo della riforma.
La grande soddisfazione del Gruppo è stata manifestata dal sen. Bricolo (LNP), che ha evidenziato il valore storico di una riforma che finalmente ribalta l’impostazione centralista dello Stato, responsabilizzando gli amministratori pubblici, evitando spechi di risorse e affermando il principio per il quale ciascuno è padrone in casa propria. Si compie oggi, in un clima politico sereno e ad un solo anno di distanza dall’insediamento del Senato, un passaggio decisivo nella lunga battaglia di modernità che la Lega da anni combatte per giungere all’obiettivo dello Stato federale.
La sen. Finocchiaro (PD) ha fatto rilevare come l’odierno varo di un testo utile per tutte le Regioni italiane, fortemente migliorato grazie al contributo fattivo delle forze di opposizione parlamentari, sconfessa le ripetute posizioni antiparlamentari assunte dal Presidente del Consiglio Berlusconi ed evidenzia le contraddizioni interne alla maggioranza sul ruolo e le funzioni degli enti locali, a più riprese penalizzate da provvedimenti governativi, e sulle riforme istituzionali, allontanate dagli atteggiamenti centralistici e neoautoritari del Capo del Governo.
Il sen. Gasparri (PdL), dato atto del ruolo propositivo dell’opposizione, ha salutato la riforma come atto fondamentale per consentire l’applicazione del principio della responsabilizzazione della spesa in un impianto solidale e territorialmente unitario. La riforma consente di combattere sprechi, alimenta l’efficienza della pubblica amministrazione, garantisce le aree più svantaggiate del Paese, riconosce per la prima volta il ruolo istituzionale della Capitale dello Stato. La stessa concordia politica, ma senza riconoscere diritti di veto, è auspicabile anche con riferimento ai passi successivi da realizzare nella legislatura in corso, dai decreti attuativi del federalismo fiscale alla Carta delle autonomie, fino alle riforme istituzionali.
In dissenso dai rispettivi Gruppi sono intervenuti il sen. Fosson (UDC-SVP-Aut), che ha annunciato voto favorevole, e i sen Follini, Molinari e Bruno (PD) che hanno dichiarato voto contrario.
In precedenza, prima di passare all’esame dell’articolato, il Ministro per la semplificazione normativa Calderoli aveva accolto due ordini del giorno, in aggiunta a quelli già accolti nel corso della seduta antimeridiana, in materia di riforma delle istituzioni parlamentari, il G103 (testo 2), primo firmatario il sen. Benedetti Valentini (PdL), e il G104 (testo 2), primo firmatario il sen. Zanda (PD).
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