Spam: la carta straccia virtuale inquina più di 3 milioni di auto

Secondo una ricerca commissionata da McAfee, le email spazzatura consumerebbero 33 miliardi di chilowattora l'anno, sprecando energia sui computer di chi invia, dei server e di chi le riceve

Tutti conosciamo i fastidi provocati dalle email di spam, cioè quelle email non desiderate che ogni giorno intasano la nostra casella di posta. Secondo Microsoft e McAfee, l’80% delle email inviate ogni giorno sono classificabili come spam, spazzatura fastidiosa che apporta un’inutile perdita di tempo agli utenti. Oltre che ai nostri nervi, però, lo spam apporta anche dei danni alla Terra. C’è chi spende energia elettrica per elaborare la mail di spam, chi per recuperare indirizzi a cui inviarla, chi per recapitarla ai diversi server. E poi, in ricezione, spendiamo per ricevere la mail, visionarla, cestinarla, magari anche solo filtrarla. Tutta energia completamente inutile, quindi sprecata.

La McAfee ha provato a quantificare lo spreco energetico legato allo spam, commissionando all’ICF International la ricerca "The Carbon Footprint of Email Spam Report", con risultati sorpredent. Nel mondo tutto i processi di invio, ricezione e scrematura dello spam consumerebbero infatti 33 miliardi di chilowattora l’anno, quel che servirebbe a dare energia a 2.4 milioni di abitazioni. Il tutto per un’emissione di 17 milioni di tonnellate di CO2, pari a quella prodotta da 3,1 milioni di automobili. L’ICF stima intorno ai 0,3 grammi le emissioni di CO2 prodotte da ogni mail di spam, calcolando l’energia spesa dai computer in una fase di attività rispetto ad una fase di stand-by.

Insomma, l’ambiente è un altro motivo per odiare lo spam. E, visto che la ricerca è stata commissionata da un’azienda che produce antivirus, l’ambiente risulta essere anche un buon motivo per installare un buon software antispam. Secondo la ricerca, infatti, se ogni server di posta fosse protetto da un buon antispam, le organizzazioni e gli individui farebbero risparmiare al mondo 25TWh l’anno, pari al consumo di 2,3 milioni di automobili. Il filtro antispam, però, dovrebbe essere tarato alla perfezione: la stessa ricerca, infatti, precisa che la maggior parte dell’energia spesa viene impiegata dagli utenti per la ricerca di falsi positivi, cioè per controllare che nella casella dello spam non sia finita qualche mail realmente utile.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Aprile 2009
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