Tronconi: “Sapremo riprenderci meglio degli altri”
L’intervento del Presidente di Sistema Moda Italia, Michele Tronconi, all’Assemblea congiunta dei Gruppi merceologici dell’Unione Industriali che rappresentano il settore tessile

Le tinte si fanno ancora più fosche guardando al rapporto con il mondo del credito. Sempre problematico. Sul punto i Presidenti non vanno per il sottile, denunciando il fatto che le banche, con il loro comportamento nei confronti delle imprese del settore, stiano «paradossalmente penalizzando quelle attività che, pur continuando a lavorare e a evadere ordini, si trovano in difficoltà finanziaria a causa dei crediti insoluti». Non solo, «anziché supportare le imprese, le banche, oltre a rifiutarsi di scontare il portafoglio ordini, riducono i fidi e impongono tempi brevissimi per rientrare dalle somme scoperte». Aumentando i problemi che si riscontrano anche sul fronte della cassa integrazione ordinaria in crescita a fine 2008 del 78% rispetto alle ore autorizzate nel 2007. E il trend è confermato anche dai dati relativi al primo trimestre dell’anno, in cui si è assistito ad un raddoppio del ricorso a questo ammortizzatore sociale, se si paragonano i livelli con quelli del primo trimestre del 2008.
Più ottimista la visione della situazione quando si guarda al commercio estero. «Nonostante la crisi dei mercati, il cambio euro-dollaro, per noi svantaggioso, il costo dell’energia disallineato rispetto agli altri Paesi, la fiducia dei consumatori e la propensione dell’acquisto in calo – dicono i tre Presidenti di Gruppo – la bilancia dell’import-export della nostra provincia è sempre positiva, a conferma delle capacità di chi guida le nostre imprese del settore». Le esportazioni tessili nel 2008, con 794 milioni di euro di valore (-12,2% rispetto al 2007), sono state quasi il doppio rispetto alle importazioni, assestatesi sui 437 milioni (in calo del 9,7%).

Continua, comunque, l’azione di lobby nei confronti delle istituzioni. Un’azione che ha portato, ha sottolineato Michele Tronconi, a risultati importanti. «Come – è stato uno degli esempi citati – l’ottenimento del credito d’imposta sulla realizzazione dei campionari, considerati così investimenti in ricerca e sviluppo». Altro successo per le imprese è stato quello «del conteggio della cassa integrazione che non avverrà più a settimane, ma a giornate effettive». Un provvedimento che riguarda tutta l’industria, ma «partito da una precisa richiesta di Sistema Moda Italia». Con la speranza, adesso, che «questo nuovo metodo di computo possa diventare retroattivo, dando maggior respiro a quelle imprese che stanno raggiungendo il plafond massimo a loro disposizione di 52 settimane in due anni».
Misure per uscire da un empasse congiunturale «molto più simile a quella del 1907 che non alla spesso citata recessione del 1929», questa l’opinione dell’altro relatore: Giulio Sapelli, docente di storia economica all’Università degli Studi di Milano. A lui è toccato il compito di prospettare come il mondo sarà alla fine di questa crisi: «Di certo quella che verrà sarà un’economia mondiale basata su una riscoperta delle attività manifatturiere e meno sbilanciata sulla finanza. Un’economia mondiale che magari avrà meno industria, ma con imprese ad alta produttività». Questo, però, dovrà accompagnarsi anche nel nostro Paese, secondo Giulio Sapelli, «ad una minore disuguaglianza sociale e a più alti redditi». Scenari futuri che partono da una certezza presente: «Oggi la crisi non è così generalizzata come la si dipinge. In realtà si tratta di un fenomeno a macchia di leopardo, che, come un asteroide improvviso, sta colpendo realtà aziendali che erano già in difficoltà e i cui nodi ora vengono al pettine».
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