Ancai a convegno a Malpensa

Si riunisce per l'ottavo convegno nazionale l'associazione che riunisce i Comuni dei sedimi aeroportuali, presieduta dal sindaco di Cardano al Campo Mario Aspesi

Il dialogo come chiave di volta della gestione dei problemi creati dagli aeroporti, a Malpensa come a Londra. È uno dei temi portanti dell’ottavo convegno nazionale di Ancai, l’associazione che riunisce i Comuni confinanti con scali aerei. Nata nel 1996, l’associazione torna a riunirsi dopo uno iato di ben cinque anni: e lo fa a Malpensa, «scalo simbolico per eccellenza» secondo il presidente Ancai Mario Aspesi, sindaco di Cardano al Campo. È a Malpensa infatti che si concentrano nel tempo le polemiche sulle espansioni della struttura, su sorvoli e rotte che vanno a colpire l’ambiente e la qualità di vita delle popolazioni, sul lavoro precario o che diminuisce, sulla crisi dei vettori aerei, con Alitalia che ha precorso i tempi con il suo fattuale abbandono dell’aeroporto. Fra le richieste dei Comuni in testa quella di un piano nazionale dei trasporti aerei: «Non si può consentire l’apertura, in un quadro disordinato, di uno o due hub per poi chiuderli, con la conseguenza di quadruplicare improvvisamente il traffico di piccoli aeroporti…» così Aspesi. Il presidente Aspesi nel suo intervento d’apertura ha colto l’occasione per ricordare che ogni ampliamento aeroportuale deve essere compiuto solo dopo la Valutazione Ambientale Strategica (VAS): «e non è una pretesa, non quando vi siamo obbligati come amministratori prima di varare i nostri Piani di Governo del Territorio….»

Sul rumore, non si vuole essere "sindaci del no" ma sindaci del rispetto delle regole, che in Italia, si sa, latita. La legge obbliga i gestori aeroportuali ad accantonare un 7% di ogni investimento per espansioni o ristrutturazioni destinandolo all’abattimento del rumore, e il Tar, ricorda Aspesi, ha appena confermato questo orientamento. I problemi sono molti, anche perchè, ad esempio, sulla tassa d’imbarco pochissimo va ai Comuni: in media 20 centesimi appena, meno del 10% del gettito. La briciola graziosamente concessa alle amministrazioni locali è giunta, ricorda Aspesi, sotto la presidenza di Ancai da parte dell’ex sindaco di Lonate Pozzolo Canziani, presente anche oggi. Chi non c’era, causa un improvviso impegno a Milano, era il presidente di Sea Giuseppe Bonomi: un altro forfait di peso dopo quello, annunciato, del ministro Altero Matteoli. Era invece presente la presidente del Parco Ticino Milena Bertani. In rappresentanza della società di gestione aeroportuale era presente il responsabile per l’ambiente e la qualità, dott. Giovanni Falsina. Il dirigente, ribadendo al disponibilità al confronto della società, ha annunciato che Sea presenterà il suo terzo rapporto ambientale allegato ai documenti di bilancio di prossima pubblicazione.

A fare da "eco" alle questioni di Malpensa quelle di Linate esposte dal sindaco di Segrate, e vicepresidente Ancai, Adriano Alessandrini, che ha ricordato come le regole, in specie sulle rotte dei decolli, raramente vengano rispettate dalle compagnie. D’interesse anche l’esempio britannico portato da Rick Norman, responsabile rumore e inquinamento di BAA-British Airports Authority, che i noti scali londinesi di Heathrow, Gatwick e Stansted. Le pratiche locali prevedono un mix di interventi-tampone, dall’isolamento acustico alla delocalizzazione, e di interventi di prevenzioni, le best practices ragionevolmente possibili in termini di tecnologie e rotte per minimizzare il disturbo. Il tutto curando la pianificazione urbana perchè gli spazi adiacenti gli aeroporti siano il più possibile liberi da proprietà e strutture "sensibili", e in un confronto costante con la comunità.

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Pubblicato il 08 Maggio 2009
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