Calderoli cancella Solbiate Arno
Taglia di qui, taglia di là e finisce che tra le leggi eliminate dal ministro per semplificare la normativa italiana finisce anche quella che costituisce Solbiate comune autonomo
Semplifica di qui, taglia di là, e finisce che con un segno di penna il ministro Calderoli, “il semplificatore”, semplifica, o meglio, elimina, la sovranità del paese di Solbiate Arno.
Lucida e cosciente opera di razionalizzazione amministrativa o svista del nostro legislatore? Sta di fatto che là dove re Vittorio Emanuele III aveva diviso, il ministro bergamasco unisce, e così il comune di Albizzate e quello di Solbiate Arno tornano a essere una cosa sola.
È sufficiente spulciare tra le leggi cancellate dal decreto che il Parlamento ha approvato nel febbraio scorso, per rendersi conto di persona che all’interno della lista è contenuta anche la legge n.154 del 9 aprile 1905 che così recita: “Vittorio Emanuele III, il Senato e la Camera dei deputati hanno approvato, per grazia di Dio e per volontà della nazione, che la frazione di Solbiate Arno e Monte è separata dal comune di Albizzate e costituita in comune autonomo”.
Eppure la divisione tra le due comunità si era resa necessaria dalla litigiosità dei loro abitanti. Più di un consiglio comunale del secolo scorso era andato a ramengo perchè una volta gli uni, una volta gli altri, i rappresentanti delle due comunità non si presentavano facendo mancare il numero legale necessario per dare operatività alla seduta. Fu così che intervenne la legge, prima dell’autostrada, a separare albizzatesi e solbiatesi.
Si tornerà quindi a festeggiare tutti insieme la festa del paese? A dividere polizia, anagrafe, assessori e sindaco? E le elezioni a Solbiate? Chi glielo dice ai 4 candidati sindaco che il massimo a cui potranno ambire alle elezioni di settimana prossima sarà la presidenze di “quartiere”?
In realtà questo pericolo non si corre: ci sono leggi successive che certificano lo status dell’autonomia solbiatese. Inoltre, non essendo la prima svista contenuta nel decreto, è stato previsto un periodo di “verifica normativa” sulle conseguenze delle abrogazioni in esso contenute. Quindi la tagliola sulle 28.889 leggi considerate inutili non scatterà a dicembre del 2009. Dopo che si sarà fatta, entro giugno, una ricognizione di tutti i provvedimenti, per evitare altri scivoloni.
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