Cellule staminali da liquido amniotico, Italia prima al mondo
Il risultato del convegno nella capitale che affronta il tema
Le ultime novità in materia di biologia molecolare nel campo della diagnosi prenatale, con particolare riguardo alla conservazione delle cellule staminali prelevate dal liquido amniotico, sono state al centro della prima giornata del Convegno S.I.Di.P. (Società italiana di diagnosi prenatale e medicina materno fetale) in programma oggi, venerdì 15 maggio, e domani, sabato 16, a Villa Spada, Roma.
Dopo il saluto del presidente della S.I.Di.P., Claudio Giorlandino e quello del presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia Giorgio Vittori, ad aprire i lavori è stato il professor Giuseppe Simoni, direttore sanitario del Biocell Center di Busto Arsizio (Va), il primo istituto italiano capace di trattare e preservare in azoto liquido le cellule staminali prelevate dal liquido amniotico.
«Nell’arco di cinque-dieci anni – spiega il professor Simoni – la ricerca scientifica avrà messo a punto i campi di applicazione terapeutica delle cellule staminali del liquido amniotico. La loro staminalità è molto elevata, sono multipotenti e giovani e tutto questo le rende addirittura preferibili alle embrionali. Conservarle per di più non comporta alcun rischio e l’embrione non viene sacrificato. Investire in ricerca su questo campo è un obbligo verso l’umanità. Sono talmente tante le possibilità e le risposte che si possono avere dalle staminali del liquido amniotico per la cura delle malattie, che rappresentano la frontiera delle ricerca del terzo millennio. La speranza è che presto possano essere utilizzate per il contrasto di molte terribili patologie, per la chirurgia ricostruttiva, per la cura di malattie anche del sistema nervoso».
Le staminali del liquido amniotico sono infatti capaci di differenziarsi in diversi tessuti, da quello osseo, a quello adiposo, nervoso, cartilagineo, muscolare ed ematopoietico e pertanto offrono un ventaglio assai ampio di applicazioni cliniche.
«Il futuro – prosegue Simoni – sta proprio in questo tipo di staminali sui quali molti gruppi di ricerca, anche italiani, stanno studiando. Conservarle, per chi ha già deciso di fare l’amniocentesi. è un’occasione d’oro per donare ai propri figli il bene più prezioso, la vita stessa e la crioconservazione permetterà di farsi trovare pronti quando il progresso scientifico arriverà a destinazione. Manca ancora poco».
Ad oggi, al Biocell Center di Busto Arsizio tutto questo è possibile: quale mamma direbbe di no? Soprattutto se stipulare questa “assicurazione biologica” per suo figlio non comporta danni, né per se stessa, né per il nascituro.
«Biocell ha il piccolo primato mondiale di aver dimostrato per prima che le caratteristiche di staminali delle cellule del liquido amniotico rimangono intatte anche quando queste vengono crio conservate». Ha spiegato il dottor Massimiliano Manganini, direttore laboratorio Biocell Center.
«L’Italia è all’avanguardia nel mondo in questo campo. – aggiunge il dottor Renato Colognato, già Centro comune ricerche della Commissione Europea (Ccr), oggi responsabile ricerche Biocell Center – Molti dei principali scienziati che lavorano in questo settore, in varie università del mondo, sono italiani. Oggi il servizio è rivolto solo a quelle donne che, per altre ragioni, hanno deciso di fare l’amniocentesi, ma sono in corso studi per recuperare il liquido amniotico durante il parto».
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