Crisi e ammortizzatori, ecco il piano in sette mosse dei sindacati
I tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil fanno appello alle associazioni di categoria per un piano anticrisi comune. "Proposta ambiziosa ma necessaria per il territorio"
I sindacati chiamano le associazioni degli imprenditori, per rivolgersi tutti insieme alle istituzioni e cercare di risolvere la crisi.
E’ di questa mattina, 29 maggio, la pubblicazione di una "proposta di protocollo di intesa per la crisi" siglato da Cgil, Cisl e Uil e presentato dai suoi tre segretari generali: Franco Stasi, Carmela Tascone e Marco Molteni nei locali della Camera del Lavoro di Varese.
In esso chiedono «Un impegno congiunto con tutte le associazioni datoriali al fine di favorire interventi adeguati all’attuale difficile situazione di crisi» coinvolgendo «tutti i livelli istituzionali»: ma in realtà l’appello si rivolge soprattutto a Camera di Commercio e Provincia, che già si sono spesi come enti anche materialmente, con i fondi dati al progetto Confiducia e i 500mila euro della Camera di Commercio destinati ad anticipare l’erogazione dei fondi Elba per i lavoratori delle aziende artigiane.
Sette le proposte dei sindacati per rimettere al centro degli aiuti i lavoratori: ammortizzatori sociali alternativi ai licenziamenti e forme di incentivazione per le aziende che fanno in modo di non lasciare a casa i propri lavoratori; un monitoraggio della situazione più costante ma soprattutto più aderente alla realtà in continua mutazione; una formazione espressamente dedicata a coloro che hanno del “tempo libero” trovandosi in cassa integrazione; un fondo di garanzia per i cassintegrati che non riescono a pagare i debiti di lunga scadenza come i mutui; una compensazione ai dati del reddito (come l’Isee, per esempio) per poter dare incentivi familiari più aderenti alla realtà attuale; una politica di investimenti sulle aziende e sulla formazione continua; il ritornare a pensare ai collegamenti a Malpensa, per aiutarne la rinascita.
«Ora consegneremo il documento alle associazioni datoriali, con lo scopo di arrivare al più presto a una risposta» spiega Carmela Tascone, segretaria varesina della Cisl, che l’ha illustrato a nome di tutte e tre le sigle. Un documento che parte da una situazione chiara: «Abbiamo già fatto, e sono già state fatte, buone cose – ha spiegato infatti Franco Stasi, segretario provinciale della Cgil – Ma in una situazione come questa non sono abbastanza».
«E’una proposta ambiziosa, lo sappiamo– conferma Marco Molteni, segretario generale Uil – ma è una proposta territoriale che riteniamo necessaria, in una situazione come questa. Ed è abbastanza chiaro come i nostri interlocutori primari siano, in ultima analisi, la Provincia e la Camera di Commercio»
Due interlocutori che a giorni potrebbero ritornare in possesso di somme significative, che avevano stornato per il progetto regionale Confiducia, pressocchè tramontato: si tratta di 3 milioni di euro alla Camera di Commercio e un milione di euro alla Provincia, che le avevano consegnate al sistema delle Camere di Commercio Lombarde e alla Regione diversi mesi fa, senza risultati.
«Beniniteso, non è che ci faccia piacere questa coincidenza tra le nostre richieste e il ritorno nelle casse di partenza di queste somme: se fossero state utilmente spese a tempo debito, forse non saremmo in queste condizioni» precisa Tascone. Certo però che, per ogni evenienza, cominciare a riflettere su come meglio utilizzare queste somme che il territorio attende come oro, non è una cattiva idea.
Anche perchè questo ulteriore appello alle parti sociali, anzi alle controparti dei lavoratori, i datori di lavoro, è giustificato da motivi molto pratici: «Noi semplicemente cerchiamo di rispondere alle richieste dei lavoratori di questi mesi – spiega Franco Stasi – Nei nostri uffici abbiamo visto aumentare le vertenze per il recupero dei crediti, visto che capita sempre più spesso che i datori non paghino quello che spetta loro. E si avvertono anche aumenti anomali di richieste di passaggio al part time da una posizione full time: insomma, la situazione per i lavoratori sta diventando davvero seria, e noi ci vogliamo premunire prima che sia troppo tardi per loro»
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