Inda, un comunicato della Fiom-Cgil
Il sindacato interviene sulla situazione dell'azienda che produce arredi da bagno
Riceviamo e pubblichiamo
Negli ultimi giorni si è letto sulla stampa locale una versione dei fatti, relativa ai licenziamenti che la Inda vuole applicare, decisamente distorta, abbiamo deciso quindi di descrivere i fatti, riportandoli sul binario della correttezza.
Negli ultimi giorni si è letto sulla stampa locale una versione dei fatti, relativa ai licenziamenti che la Inda vuole applicare, decisamente distorta, abbiamo deciso quindi di descrivere i fatti, riportandoli sul binario della correttezza.
Innanzi tutto la Cassa Integrazione Straordinaria: questo strumento era stato proposto anche dalla FIOM-CGIL e dalla componente Fiom della RSU, però questa richiesta era stata fatta per evitare i licenziamenti, non per precostituirne l’anticamera.
È per questo motivo che, sia la FIOM-CGIL che la componente Fiom della RSU, non l’ha condivisa.
È per questo motivo che, sia la FIOM-CGIL che la componente Fiom della RSU, non l’ha condivisa.
La democrazia: che sia proprio una componente CISL che parla di voto democratico fa sorridere, ci sono accordi nazionali siglati solo dalla CISL in cui è negato il giudizio dei lavoratori, il concetto di coerenza a qualcuno sfugge.
Comunque, entrando nel merito, le votazioni sono state organizzate e gestite unilateralmente da chi aveva disperato bisogno di un avvallo dei lavoratori, quindi anche sulla veridicità di questo esito, ci sono forti perplessità.
Ma anche accantonando per un attimo questo, bisogna dire che si è chiesto di votare a 270 persone circa, sulla sorte di 40 lavoratori, decidere sulla sorte degli altri non è manifestazione di democrazia, con la stessa logica si potrebbe, ad esempio decidere, in ogni azienda, di far votare tutti i dipendenti per il licenziamento del capo del personale, tutti possiamo ipotizzare l’esito, ma non è questo un metodo corretto.
Comunque, entrando nel merito, le votazioni sono state organizzate e gestite unilateralmente da chi aveva disperato bisogno di un avvallo dei lavoratori, quindi anche sulla veridicità di questo esito, ci sono forti perplessità.
Ma anche accantonando per un attimo questo, bisogna dire che si è chiesto di votare a 270 persone circa, sulla sorte di 40 lavoratori, decidere sulla sorte degli altri non è manifestazione di democrazia, con la stessa logica si potrebbe, ad esempio decidere, in ogni azienda, di far votare tutti i dipendenti per il licenziamento del capo del personale, tutti possiamo ipotizzare l’esito, ma non è questo un metodo corretto.
L’accordo separato: è stato scritto che il 4 maggio la RSU avrebbe sottoscritto un accordo, e anche questo è falso.
Innanzi tutto c’è un problema di correttezza, l’azienda ha convocato solo la una parte delle RSU, quella che evidentemente faceva comodo, e solo con questa ha sottoscritto un documento, la componente Fiom della RSU non è stata neanche convocata, rimane comunque il fatto che quell’accordo non è condiviso né dalla FIOM-CGIL, né dalla FIM-CISL, né da una componente della RSU, gli unici ad essere d’accordo sono: l’azienda ed una parte delle RSU.
Uno strano abbinamento.
Innanzi tutto c’è un problema di correttezza, l’azienda ha convocato solo la una parte delle RSU, quella che evidentemente faceva comodo, e solo con questa ha sottoscritto un documento, la componente Fiom della RSU non è stata neanche convocata, rimane comunque il fatto che quell’accordo non è condiviso né dalla FIOM-CGIL, né dalla FIM-CISL, né da una componente della RSU, gli unici ad essere d’accordo sono: l’azienda ed una parte delle RSU.
Uno strano abbinamento.
Specificate queste cose, è chiaro che tutta questa faccenda avrà degli strascichi legali, la cosa che però dispiace di più è che la parte lesa da questo conflitto è, purtroppo il lavoratore.
Negli ultimi anni gli accordi di mobilità, condivisi da tutti, stipulati in Inda, prevedevano sempre la cosiddetta “volontarietà”, quindi il lavoratore poteva sempre scegliere se accettare le condizioni offertegli, oppure rifiutare, questa volta, invece, l’azienda, con la complicità di una parte delle RSU, ha ottenuto mano libera, licenziando come crede.
Negli ultimi anni gli accordi di mobilità, condivisi da tutti, stipulati in Inda, prevedevano sempre la cosiddetta “volontarietà”, quindi il lavoratore poteva sempre scegliere se accettare le condizioni offertegli, oppure rifiutare, questa volta, invece, l’azienda, con la complicità di una parte delle RSU, ha ottenuto mano libera, licenziando come crede.
Due ultime riflessioni: se il sindacato deve (o dovrebbe) fare sempre gli interessi dei lavoratori, i componenti della RSU che hanno sottoscritto un accordo che agevola i licenziamenti, quale tipo di interessi hanno intravisto in questa loro azione?
se i componenti della RSU Fim nelle loro dichiarazioni agli organi di stampa gettano fango sulla componente della RSU (la FIOM) che non ha sottoscritto l’accordo, sono sicuri di avere la coscienza pulita?
se i componenti della RSU Fim nelle loro dichiarazioni agli organi di stampa gettano fango sulla componente della RSU (la FIOM) che non ha sottoscritto l’accordo, sono sicuri di avere la coscienza pulita?
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