“L’università italiana è come il ciclismo”

Formazione e ricerca sono state al centro dell'incontro organizzato alle ville Ponti dalla facoltà di economia dell'Insubria in collaborazione con la Camera di commercio. A settembre sarà avviato un progetto di formazione sul campo per gli studenti

“Parentopoli”, esami venduti, studenti favoriti, tesi copiate: quando l’università italiana finisce in prima pagina spesso è perché si accompagna a scandali come questi. Cronache che compongono il ritratto di un sistema malato, che brucia soldi e che non funziona. Ma dove sta il cuore del problema? E chi si salva dalla crisi? Prova a raccontarlo con una buona analogia e alcune “condizioni necessarie” (per dirla come vuole la sua materia, la matematica) Angelo Guerreggio professore dell’Insubria di Varese: «L’università italiana oggi assomiglia molto al ciclismo. È troppo facile dire “sono tutti dopati”. I corridori “puliti” meritano di essere distinti da chi non lo fa».
Ma non è solo rispettando le regole che si risolvono i problemi. «Chi sa di essere nel giusto deve innanzi tutto dimostrarlo agli altri – ha aggiunto il professore -. Un ciclista che vuole il bene del suo sport deve denunciare quello che va contro il codice e quando assiste a una campagna mediatica denigratoria deve riuscire a distinguere tra la stampa scandalistica e quella che solleva i problemi perché ha a cuore il futuro del ciclismo e si indigna quando le regole vengono calpestate. Penso che per la nostra università la situazione sia più o meno la stessa». L’intervento di Guerreggio ha aperto il dibattito nel convegno “Università e impresa: il ponte dei saperi” organizzato ieri mattina, alle Villa Ponti di Varese, dalla Facoltà di Economia dell’Università dell’Insubria in collaborazione con la Camera di Commercio. Durante l’incontro è stato presentato un progetto di formazione sul campo realizzato dall’ateneo con l’ente camerale varesino. «Stabilire dei contatti diretti con il mondo delle imprese è un passo importante per una facoltà di economia – ha spiegato Gianluca Colombo, ordinario di Economia Aziendale -. L’indirzzo economico, a differenza di medicina o di giurisprudenza, dà allo studente una preparazione generalista. Occorre perciò creare degli sbocchi, dei ponti tra l’università e le aziende del territorio. Con la Camera di Commercio la collaborazione è attiva da anni: abbiamo realizzato delle ricerche, abbiamo ottenuto il finanziamento di numerose borse di studio e promosso stage per i laureandi».

«In un contesto di crisi come quello che stiamo vivendo l’università gioca un ruolo strategico – ha spiegato Matteo Rocca, preside della facoltà di economia di Varese -. E non sono solo gli accademici a ribadire questo concetto. Anche gli stessi imprenditori riconoscono che uno dei più grossi problemi del nostro paese sta nella scarsità degli investimenti destinati alla formazione e alla ricerca». All’incontro hanno partecipato Pietro Greco, giornalista scientifico e direttore del master in comunicazione scientifica della scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa) di Trieste, Andrea Bonaccorsi, docente di economia e gestione delle imprese all’università di Pisa, Lorenzo Peccati, ordinario di matematica per le applicazioni economiche e finanziarie all’Università Bocconi e Marino Regini, infine, ordinario di sociologia economica all’Università di Milano. 

 

 

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Pubblicato il 19 Maggio 2009
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