La notte magica di Varese
Una notte di festa per le vie della città come da anni non si vedeva
Un delirio. Bandiere,caroselli di auto, bagni nella fontana, una Varese ubriaca di gioia che sogna, festeggia e, per una sera, non capisce più nulla. Ore 10.15, al PalaIgnis scocca l’ora X, quella dello scudetto, della stella, e tutti sono già scattati nelle auto: direzione Piazza Monte Grappa.
Il carosello di auto, moto, biciclette procede per le vie, la gente alle finestre che saluta, le strade piene di tifosi come mai se n’erano visti. Cagnolini che corrono con la loro sciarpa biancorossa, macchine con la stella gialla appiccicata sul cofano, facce dipinte di biancorosso, Chi non ha trovato la bandiera dei Roosters si arrangia come può: vecchi striscioni del Varese calcio, bandiere giapponesi con i raggi nascenti, i più audaci mostrano cartelli stradali sottratti chissà dove. Piazza Monte Grappa è stracolma, da tutte le parti si alzano i fumogeni biancorossi, cori e danze di gioia ovunque e poi, immancabile, il bagno nella fontana, con tre ragazzini sbandieratori per l’occasione e un mare di acqua che schizza chinque si avvicini.
Varese per una sera non è stata la solita Varese. La gente è scesa in strada come mai è dato ricordare negli ultimi anni. Domani si lavora, ma la cosa pare non interessare a nessuno. Un sogno, ecco, la parola giusta è questa. Come il tifoso che gira sdraiato sul portapacchi della sua auto, materasso, lenzuola, cuffia da notte, e un cartello in mano: «Non svegliatemi sto sognando». Nessuno ha voglia di andare a dormire in questa notte di primavera, ma anche se così inevitabilmente alla fine sarà, il risveglio per tutta la città sarà comunque, per un giorno, un risveglio da prima della classe.
La partita dei Roosters è stata seguita in massa anche al Campus (dove già alle 18.30 i cancelli erano inesorabilmente chiusi con il tutto esaurito) e all’ippodromo (biglietto d’entrata 10 mila lire). Alle Bettole almeno duemila persone hanno tifato come fossero sul campo per 40 minuti filati. Il maxischermo, in realtà, erano tanti schermi posti in posizioni differenti, ma lo stesso, quando è risuonata la sirena finale, il boato è stato assordante. Un pubblico caldo e frenetico, che schizzofrenicamente ha fatto la spola tra gli schermi, il bar, e la corsa finale alle automobili per la gimcana dei festeggiamenti, come un corteo solenne, pronto a godersi ogni secondo della notte più bella degli ultimi vent’anni.
Nel centro della baldoria, piazza Monte Grappa, è successo un pò di tutto. Serpentoni, balli sudamericani, gente che si arrampicava sui semafori o sulle cabine telefoniche per sventolare le bandiere e per godersi il panorama. La banca, persino l’austera banca, aveva le finestre spalancate e dal balcone invece degli impiegati facevano capolino i cappelli carnevaleschi tinti di bianco e rosso. Stasera non c’è giacca e cravatta che tenga.
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