Parolo: “Il federalismo è un occasione storica per il nostro Paese”
Guarda al futuro dell'Italia e delle piccole imprese il presidente della Cna varesina nel suo ultimo discorso all'assemblea annuale. Ne pubblichiamo il testo integrale. Le elezioni del nuovo consiglio provinciale sono previste per settembre
Con l’Assemblea annuale di quest’anno si chiude un ciclo durato otto anni e due mandati, durante il quale ho avuto l’onore di presiedere questa Assocazione provinciale, valendomi di preziosi collaboratori con i quali ho condiviso difficoltà e soddisfazioni.
Qualche difficoltà e molte soddisfazioni, per le quali ritengo doveroso ringraziare tutti coloro che si sono impegnati e lavorano perché la voce dell’artigianato sia forte e ottenga il giusto riconoscimento dovuto a chi fa dell’impresa e del lavoro l’elemento centrale della propria vita.
Il percorso che andremo ad intraprendere da oggi fino a Settembre servirà per adempiere agli obblighi statutari di una reale democrazia associativa e si concluderà con l’elezione del nuovo Consiglio provinciale, della nuova Presidenza e di un nuovo Presidente.
Con l’aggiunta, questa volta, del cambio del Segretario che, dopo 14 anni, ha deciso di cambiare vita e di andare in pensione. Permettemi di ringraziarlo, anche a nome degli organismi dirigenti che si sono avvicendati in questi anni.
Da tre anni utilizziamo l’occasione dell’Assemblea annuale per trattare di argomenti che riteniamo di interesse per la categoria. Abbiamo ragionato di liberalizzazioni, di burocrazia e di semplificazione nel 2007, di lavoro artigiano e di apprendistato nel 2008, quest’anno, nel mezzo di una crisi devastante, intendiamo affrontare il tema del federalismo fiscale, quasi a voler prefigurare uno degli strumenti che il sistema Paese deve mettere a punto per trovarsi pronto al momento della ripresa.
La riforma del federalismo fiscale – approvata a larga maggioranza dal Parlamento – potrebbe essere un’occasione storica : per le Regioni virtuose ma anche per guarire le altre dai vizi e dai guasti dell’assistenzialismo.
Un richiamo che riconduce inevitabilmente alla regioni del Sud, una terra di straordinarie forze culturali e con un enorme potenziale di sviluppo, troppo spesso soffocato, oltre che da un grandissimo problema concernente la legalità e il controllo del territorio, da un’attitudine sociale e da un sistema politico fondati sulla pretesa di ricevere tutto da Stato e mano pubblica senza fare ricorso, se non in minima parte, alle proprie capacità di emancipazione.
Perché questa rivoluzione copernicana si avveri è necessario che venga cambiato radicalmente il modo di concepire il rapporto tra Stato e Regioni e, soprattutto, occorrerà il coraggio politico dei Governi dei prossimi cinque anni per dare corpo e consistenza alla legge delega varata dal Parlamento, evitando che si ripetano altri “casi Catania”.
La leva decisiva che potrà sancire il successo o il fallimento della riforma è il superamento del meccanismo dei trasferimenti, sostituito dal principio che ogni singola Regione dovrà gestire da sé, con entrate proprie, il costo dei vari servizi. Che non potrà più essere, per la stessa prestazione, 10 in Lombardia e 100 in Sicilia, dal momento che il previsto fondo perequativo garantirà le aree più povere ma solo sulla base di costi standard dei servizi essenziali, stabiliti sulla media delle Regioni più virtuose. All’eventuale eccesso di “rosso” del bilancio non dovrà più provvedere lo Stato, gravando sugli altri enti, ma la stessa Regione inottemperante, per i cui amministratori inadempienti è prevista la sanzione della non rieleggibilità. Se mettiamo a confronto questo scenario con la realtà attuale è facile rendersi conto di quante resistenze e di quanto tentativi di annacquamento sarà oggetto il Governo quando dovrà emanare decreti e regolamenti.
Come è naturale intuire da questa superficiale illustrazione, il rischio è che la legge crei false aspettative e grosse delusioni, anche perché è al momento priva di due ingredienti fondamentali :
– non ci sono i numeri, il che, trattandosi di una riforma fiscale, non è omissione da poco perché rende praticamente impossibile ogni verifica di fattibilità dei presupposti contabili sui quali è costruita l’architettura complessiva del provvedimento; in sostanza, i calcoli sono rimandati dal provvedimento a un futuro non meglio definito, mentre la questione è di primaria importanza anche alla luce della pesantezza del debito pubblico dello Stato.
– non prevede il riordino degli Enti locali, a partire dai Comuni che rappresentano la base effettiva di ogni ragionamento che punti ad un effettivo federalismo, per proseguire con le Provincie delle quali garantisce, con qualche lifting secondario, il sostanziale mantenimento.
Un ultimo aspetto delicato è rappresentato dai tempi lunghi che la riforma contempla: i sette anni previsti, che possono diventare nove, sono un’eternità, sicuramente saranno sfruttati fino all’ultimo giorno da chi si metterà di traverso e il rapido evolvere della situazione sociale ed economica potrebbe rendere obsoleti prima della loro concreta attuazione molti dei capisaldi sui quali la riforma è stata elaborata.
Mi sia consentita una digressione fuori tema, per Confiducia. Il sistema della CCIAA – per Varese 3 Milioni di Euro, ai quali è stato aggiunto un milione dalla Provincia – ha destinato risorse a un progetto che doveva agevolare il ricorso al credito per le imprese in un fase pesante e delicata della crisi.
Sono passati inutilmente quasi otto mesi e di tutti quei soli ( 51 Milioni in ambito regionale ) alle imprese non è ancora arrivato un Euro: nel frattempo qualche impresa ha chiuso e qualche altra sta chiudendo.
Confiducia è stato un banco di prova importante per tutti e il risultato ultimo denota una incapacità di intervento – in Lombardia, non in Basilicata – che deve rappresentare un elemento di riflessione autocritica per il futuro.
Prima di cedere la parola al dibattito, mi sembra opportuno segnalare cosa il mondo dell’artigianato e della piccola impresa si attende alla fine del percorso federalista : uno Stato più efficiente, più snello e meno oneroso.
Non sarà facile, evidentemente, perché un processo di questa natura comporta interventi sui dipendenti della pubblica Amministrazione, e bene sappiamo quanto la materia sia delicata e rischiosa.
Valga per tutti l’esempio del trasferimento delle competenze in materia di Motorizzazione Civile per il settore delle revisioni: i risultati non sono stati positivi e ne è derivato un quadro di competenze poco chiare e spesso confuse.
Un’ultima annotazione, di sintesi e come assist per il tavolo dei relatori : la legge ora c’è, è stata largamente condivisa e costituisce comunque una base di partenza importante. Ritenendo di conoscere i pirati che infestano i mari italici, ci vorrà una classe politica ferma e decisa, che non si pieghi alle esigenze dei tanti o pochi che vorranno conservare privilegi e, nella migliore tradizione gattopardesca, sosterranno che è preferibile cambiare tutto con l’obiettivo di non cambiare nulla : questa è una riforma che serve se si vuole per davvero, come abbiamo illustrato nel nostro volantino di presentazione, rivoltare e capovolgere lo Stivale e farlo diventare un vero Stato, dal Brennero a Santa Maria di Leuca.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Stefano64 su Neil Young torna dopo l'enorme successo di Harvest: ma non è il disco che tutti si aspettano
Giulio Moroni su Barasso, il Comune rischia il blocco dei servizi per una sentenza di condanna da 300 mila euro
Stefano Montani su Contro l’indifferenza e la violenza: la musica scuote Varese in un grido per la Palestina
Felice su Sanpietrini staccati e resti di gavettoni: allarme maleducazione al Parco Mantegazza di Varese
Mastro SIM su Patentino obbligatorio per alcuni cani: la Lombardia vara la “save list”, ecco le razze coinvolte
Gloria Cerri su Patentino obbligatorio per alcuni cani: la Lombardia vara la “save list”, ecco le razze coinvolte
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.