Privacy e Web: “Ragazzi attenti ai pericoli della rete”
L'onorevole Mauro Paissan ha discusso con gli studenti di scienze della comunicazione di internet e della tutela dei dati sensibili on line
Nome, cognome, data di nascita, indirizzo email. Basta un clic per immettere nella giungla del web i nostri dati sensibili. Ma chi li protegge e come si possono evitare i tranelli di internet? Ne ha discusso questa mattina, con gli studenti di scienze di comunicazione dell’università dell’Insubria, l’onorevole Mauro Paissan, componente del collegio del Garante della Privacy.
«Occorre maggiore attenzione – ha spiegato -, oggi c’è troppa disponibilità a concedere informazioni personali soprattutto su internet. A volte lo si fa per approfittare di uno sconto o per interesse verso un particolare argomento. Una volta immessi sul web però i dati sono difficili da cancellare».
Nella giornata tipo di ognuno, secondo quanto sostiene Paissan, sono diversi i momenti in cui, anche inconsapevolmente, diamo ad altre persone delle informazioni che ci riguardano: «Al mattino accendiamo il cellulare e siamo già rintracciabili poi passiamo dal casello dell’autostrada e rilasciamo altri dati. Così ancora quando entriamo in metropolitana con il nostro pass, passiamo da aree videosorvegliate e infine, arrivati al lavoro accendiamo il pc. Dobbiamo essere consapevoli delle notizie personali che cediamo ad altre persone nel corso della giornata».
Eppure queste tecnologie fanno parte della vita quotidiana e le informazioni che cediamo con esse non sembrano poi così rilevanti: «Chi sottovaluta questi discorsi commette un grave errore – ha spiegato – spesso si dice "io non ho nulla da nascondere" e si cade nei tranelli di internet o delle società commerciali che vogliono ottenere informazioni su di noi. Poi succede che all’ora di cena veniamo presi di mira dalle telefonate pubblicitarie e non ricordiamo se e quando abbiamo dato il nostro consenso al trattamento dei dati sensibili». Un discorso, quello di Paissan, che inevitabilmente tocca internet e in particolare il mondo dei social network (come Facebook, MySpace, YouTube, …) che collezionano informazioni di utenti diversi e mettono in rete amici, colleghi, ex compagni di scuola, semplici conoscenti.
Oggi il mondo di Facebook è quello che più preoccupa chi si occupa di protezione della privacy. «Una volta iscritti a questi siti possiamo solo "disattivarci" ma non cancellare le informazioni che ci riguardano. Quelle restano nei server di questi portali, a volte restano accessibili anche agli altri utenti. Prima di iscriversi dunque, oppure prima di pubblicare delle foto o dei video che ritraggono anche altre persone si deve fermarsi e riflettere sull’opportunità o meno di divulgare quei contenuti. In particolare è importante farlo quando quei contenuti riguardano altre persone».
Di privacy e web si parla anche in riferimento alla cosidetta "net-reputation", vale a dire tutto ciò che la rete restituisce a chi cerca informazioni su una determinata persona. «Un problema che stiamo cercando di risolvere, in questo caso, riguarda anche gli archivi dei quotidiani on line. Su internet il passato resta e anche le informazioni, legate per esempio a problemi con la giustizia. Accade dunque che anche a distanza di anni, digitando un nome in un motore di ricerca, si ottiene il fatto di cronaca, piuttosto che il problema con il fisco o con la giustizia. Questo, ad esempio per una persona che ha pagato il suo debito e che vuole rifarsi una vita può essere un problema. Negli Stati Uniti sono nate società formate da esperte e legali che si occupano di "ripulire" la reputazione dei propri clienti. Si parla in gergo di presente eterno e di passato che non passa».
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