Se la Rasa chiude non è colpa del Comune e nemmeno della scuola
Margherita Giromini, dirigente scolastica, interviene sulla questione della chiusura della scuola Mameli. «Il prossimo anno, però, se gli utenti manterranno l'iscrizione, la scuola potrà funzionare con una sola pluriclasse e per un numero ridotto di ore»

Con molta probabilità la scuola Mameli chiuderà dal 2010 ma, a mio parere, non ci sono da registrare responsabilità attribuibili a disinteresse o disimpegno delle diverse amministrazioni (scuola, ente locale). (foto: Margherita Giromini, dirigente scolastico)
L’esperienza scolastica della scuola Mameli è sempre stata apprezzata e valorizzata dall’istituzione che fa capo alla scuola Pellico.
L’esperienza scolastica della scuola Mameli è sempre stata apprezzata e valorizzata dall’istituzione che fa capo alla scuola Pellico.
È dello scorso anno, per citare un’esperienza significativa tra le tante, la gestione del Concorso "Immaginando Rodari", che ha visto i bambini della Rasa impegnati nella giuria dei cento e più lavori pervenuti. Con grande professionalità, entusiasmo e conseguente successo.
Le due pluriclassi hanno sempre funzionato splendidamente, con soddisfazione dell’utenza e della direzione. I bambini hanno avuto molte opportunità didattiche ed educative, nonostante le dimensioni della scuola e la sua collocazione in una zona decentrata rispetto alla città.
Purtroppo il numero degli alunni è sceso di anno in anno e le iscrizioni, conclusesi a fine febbraio di quest’anno, hanno fatto registrare una caduta dei futuri frequentanti intorno al 20. Numero che si trova, per le norme attuali (pre- Gelmini), al limite minimo per il funzionamento di una scuola. Poiché dal settembre 2010, per effetto dell’applicazione del Decreto Gelmini, chiuderanno le scuole con meno di 50 alunni, ahimè, sembra che il destino della scuola Mameli sia segnato, così come quello delle altre piccole scuole della provincia.
Il prossimo anno, però, se gli utenti manterranno l’iscrizione, la scuola potrà funzionare con una organizzazione complessa (una sola pluriclasse) e per un numero ridotto di ore, 24 settimanali. Sappiamo che non sarà la migliore organizzazione possibile ma è comunque un’opportunità che la comunità locale potrà cogliere, se deciderà di "accontentarsi" di un modello di scuola più essenziale, a fronte della possibilità di mantenere aperta una struttura storica a cui tutti ci riteniamo affezionati.
Siamo molto dispiaciuti, dirigente scolastico, insegnanti e genitori dell’intero istituto Pellico, per la riduzione ai minimi termini di un valido esperimento pedagogico.
Nel prendere atto della situazione attuale ci auguriamo che l’amarezza per un possibile diverso futuro non azzeri l’immagine positiva che la scuola Mameli ha lungamente mantenuto sul territorio.
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