Siete stati nominati, e FaceBook si tiene i vostri dati

Il celebre social network è stato criticato più volte per il trattamento dei dati personali: l'ultimo caso è quello denunciato dal giornalista Vittorio Zambardino. Ecco cosa l'azienda può fare con le nostre foto, anche dopo la nostra morte

Eliminato da FaceBook, tagliato fuori dal mondo. Questo è quello che è successo a Vittorio Zambardino, esperto di tecnologia di Repubblica e firma di un seguitissimo blog.

Essere rimossi da FaceBook non è raro: il celebre social network ha potere di vita e di morte su tutti i profili, che può rimuovere per qualunque motivo. Anche se Zambardino (che effettivamente è un utente celebre) teme di essere stato censurato per alcuni suoi pensieri su questo social network, nella maggior parte dei casi l’eliminazione da FaceBook avviene per motivi più banali. Facebook teme che le persone usino profili per riempire di spam gli account altrui, e per questo usa un filtro (decisamente imperfetto) in grado di bloccare gli account troppo attivi. Altri utenti, però, sono stati rimossi per contenuti politicamente scorretti o, magari, segnalati come inadatti dai loro contatti. La rimozione, in ogni caso, sembra davvero frettolosa, tanto che soggetti encomiabili (come il giornalista antimafia Nino Randisi) si sono visti l’account rimosso senza troppe spiegazioni.

Zambardino ha dichiarato guerra, sul suo blog, denunciando FaceBook al presidente dell’Autorità garante dei dati personali. Non tutti possiamo comportarci allo stesso modo, impegolandoci in grandi cause giudiziarie.

La situazione, quindi, sta diventando un questione di principio. La domanda alla base dei dubbi di Zambardino è lecita: possiamo decidere noi quando rimanere o disiscriverci da FaceBook? Abbiamo potere su quello che abbiamo pubblicato? Secondo la legge italiana sì, secondo il regolamento e la prassi del celebre social network… non proprio. Ma andiamo con ordine. Il nostro profilo FaceBook è zeppo di dati personali sensibili: nome, cognome, fotografie e, in alcuni casi, persino l’orientamento sessuale e le credenze politiche e religiose. Questi dati, secondo la legge italiana, sono i più importanti da proteggere. Il Testo unico sulla privacy prevede che ogni cittadino possa chiedere la modifica o la rimozione dei suoi dati da qualsiasi banca dati, comprese ovviamente quelle online.

Cosa dice FaceBook, invece? Nei termini di servizio, che abbiamo approvato con un semplice clic all’atto dell’iscrizione, viene chiarito con precisione che tutti i nostri contenuti (foto, video e commenti) rimangono di nostra proprietà, ma FaceBook ne mantiene i diritti d’uso in non esclusiva, trasferibili, rivendibili, liberi da copyright e sfruttabili a livello globale. A differenza del contratto americano, però, FaceBook in Italia ha da sempre concesso la possibilità di richiedere la rimozione dei propri dati sensibili. In apparenza, quindi, il social network rispetta la legge italiana.

Nei fatti, però, le cose diventano più complesse, e il caso di Zambardino è significativo in questo senso. Per prima cosa, FaceBook si arroga il potere di rimuovere il nostro account per qualunque motivo, mantenendo in certi casi la proprietà dei nostri dati. Se abbiamo condiviso qualcosa con degli amici, e questi a loro volta non la eliminano, questa rimarrà comunque sui loro profili, e quindi accessibile su FaceBook. Se veniamo rimossi, tuttavia, come possiamo avere il potere di gestire e modificare autonomamente il nostro account e rimuovere i dati sensibili? Teoricamente dovremmo farlo contattando gli uffici di FaceBook. L’azienda americana, però, non ha nessuna sede in Italia: c’è solo una sede europea a Dublino, contattabile unicamente via e-mail e, evidentemente, ben poco reattiva. Difficile che da un solo indirizzo e-mail sia possibile rispondere alle urgenze di 100 milioni di utenti europei. Volete citare FaceBook in tribunale? Preparatevi per un viaggio a Delaware, unico foro competente.

Tutto questo vi ha fatto venire voglia di disiscrivervi da FaceBook? Allora resta da vedere se abbiamo il potere di eliminarci. Fino a febbraio 2008 questo non era nemmeno possibile, potevamo al massimo disattivare un account, non rimuovere ogni dato. Dopo svariate polemiche, fortunatamente, qualcosa è stato ottenuto: tutti gli utenti hanno la possibilità di chiedere la rimozione. Per chiudere in "bellezza" sappiate che il vostro profilo FaceBook rischia di sopravvivere anche alla vostra morte. Se i vostri parenti ne faranno richiesta, infatti, Facebook cambierà il vostro stato in "Memorial State", rimuovendovi da ogni gruppo. La pagina rimarrà on-line per alcuni mesi, per raccogliere le condoglianze.

Le paranoie, sul mondo del web che è fatto di condivisione, non servono a molto. In realtà tutto funziona alla perfezione, se pensiamo bene a cosa condividere. Ricordate che nel vostro menu utente di FaceBook esiste una sezione privacy discretamente dettagliata, dalla quale potrete decidere quali dati condividere e con chi (solo amici, amici di amici o il mondo). Se tenete a cuore la privacy, fatene tesoro.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Maggio 2009
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