Apre la Quadreria dell’ospedale: la storia in 108 ritratti
In occasione dei festeggiamenti per il santo patrono di Busto, l'azienda ospedaliera apre la propria galleria artistica. Visite sino alle 18
La storia dell’ospedale in 108 ritratti. La Quadreria dell’ospedale di Busto Arsizio viene aperta al pubblico oggi, mercoledì 24 giugno, per il settimo anno consecutivo, nell’ambito delle celebrazioni per San Giovanni, patrono della Città.
Un’occasione questa per ripercorrere la storia dell’ente – dalla vecchia sede nell’attuale Palazzo del Comune a quella odierna di piazzale Solaro – che affonda la sue radici nella generosità di tanti filantropi a partire dal ‘700 agli anni Cinquanta del Novecento.
Dalle 10 alle 18 (ingresso da piazzale Solaro) sarà possibile ammirare e riscoprire, tra i tanti, l’autoritratto del canonico Biagio Bellotti (1714-1789), iniziatore della raccolta, la perfezione dell’abito e l’eleganza dei gioielli di Teresa Lualdi ( sopra nella foto), lo sguardo fiero del marito commendator Giuseppe Lualdi, che fu sindaco della città dal 1874 al 1884, la solennità di un personaggio come il canonico Benedetto Landriani, filantropo settecentesco, questi ultimi recentemente e sapientemente restaurati.
La Quadreria, collocata nei corridoi della Direzione Generale al primo piano del padiglione Centrale, negli ultimi anni è stata riordinata e riallestita grazie al prezioso lavoro di ricerca storico-artistica del professor Giuseppe Pacciarotti, curatore della collezione e autore del volume “Un volto, una storia – La Quadreria dei benefattori dell’Ospedale di Busto Arsizio”, pubblicato nel 2007, anche con il supporto dello Staff Comunicazione e Relazioni Esterne.
Quella del presidio bustocco è diventata una vera e propria galleria che raccoglie i principali fautori della crescita sociale, economica e industriale della città come i Bellotti, i Candiani, i Crespi, i Tosi, i Borri, solo per citarne alcuni, che hanno lasciato significativi contributi all’ospedale corredati da schede in plexiglass contenenti le biografie dei personaggi ritratti.
Da vedere anche le effigi di Carlo Venzaghi, Carlo Radice, Francesco De Meo, restaurati insieme a quelle di Giuseppe Lualdi e del Landriani nel 2008 da Isabella Pirola, dell’omonimo studio di restauro di Vanzaghello, grazie al contributo dell’azienda Venzaghi Centro Industriale di Busto Arsizio, già Cotonificio Venzaghi. Da segnalare, invece, che del quadro di Teresa Lualdi se n’è occupata, sempre nel corso di quest’anno, un’altra restauratrice, Nicoletta De Bernardi, che ha lavorato in questa occasione presso il Laboratorio S. Gregorio di Busto Arsizio. In questo caso il restauro è stato sponsorizzato dal Lions Club Busto Arsizio Lombardia.
Infine, c’è da ricordare che lo studio dei centootto quadri e il restauro di alcune tele sono stati possibili in questi anni anche grazie ai finanziamenti della Fondazione Cariplo e della Fondazione Bandera di Busto Arsizio.
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