Dopo l’omicidio Macchi, la guerra per l’azienda
Mercoledì mattina udienza davanti al giudice civile. Il figlio dell'impreditore ucciso chiede l'annullamento delle decisioni prese dal nonno e dagli zii che lo avrebbero parzialmente estromesso
C’è il giallo dell’omicidio, e c’è il giallo dei soldi dell’azienda. E’ guerra legale, tra Luca Macchi, figlio dell’imprenditore Alessandro Macchi ucciso dalla ex compagna polacca a Rapallo il 2 novembre, e gli altri familiari: il fondatore Luigi, la moglie, e i due fratelli della vittima, ovvero i soci della Equinox, la holding di famiglia che possiede il 100 per cento della Macchi spa. La ditta che produce teli industriali è florida e nonostante il dramma familiare sta continuando a macinare utili, stimati in 6 milioni di euro, con un patrimonio di 38 milioni di euro. E proprio qui sta il punto. Dopo l’omicidio di Alessandro Macchi, i genitori e i fratelli della vittima, 4 soci, tutti al 20%, hanno modificato alcuni aspetti societari. Hanno aumentato di 160mila euro il capitale sociale della Equinox srl, portandolo a 200mila euro. In questo modo, la quota di Luca Macchi è scesa dal 20 al 4%. E in caso di trasformazione in spa della Equinox (decisione che era nell’aria) perderà anche alcuni diritti di decisione e controllo che, secondo i suoi avvocati, lo renderanno un socio che non conta nulla.
Secondo gli avvocati di Luca Macchi, i familiari hanno convocato le due assemblee che hanno dato corso a quelle decisioni, ma non lo hanno avvisato. Luca è il legittimo erede delle quote di Alessandro Macchi (che aveva diritto al 40% degli utili), e poco conta, in questa fase, che sia anche indagato per concorso in omicidio insieme alla madre polacca, Johanna Malgorzata Lhoringer, a sua volta detenuta su ordine della procura di Chiavari per avere sparato all’ex compagno (il tribunale del riesame ha intanto annullato il sequestro dei beni disposto nei confonti del giovane Luca Macchi).
La guerra legale in famiglia è tutta economica e i legali di Luca chiedono l’annullamento delle due delibere del 19 dicembre e del 12 febbraio, successive alla morte dell’imprenditore, che hanno cambiato le quote. “La lettera di convocazione delle assemblee – spiegano gli avvocati Giorgio Zamperetti e Carlo Giuseppe Saronni – è stata inviata a casa di Alessandro Macchi (foto) a Venegono Inferiore. E’ stata ritirata dai familiari e Luca non è stato mai avvisato, la controparte sostiene che non sapeva chi fossero formalmente gli eredi, noi sosteniamo che Luca non è stata avvisato di proposito”.
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Detto questo, al giudice Nicola Cosentino del tribunale civile di Varese spetta la decisione finale. I legali di Luca Macchi, un vero e proprio pool di difensori, civile e penali, erano ieri in tribunale al gran completo. Con loro, elegantissimo, anche il giovane Luca, 21 anni, che non ha voluto fare commenti.
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