“Il Governo ci ha ascoltati ma la manovra non basta”

Il presidente dell'Unione industriali Michele Graglia "promuove" il testo annunciato dal ministro Tremonti: "Bene la detassazione degli utili e le novità sugli ammortizzatori sociali. Ma è ancora troppo pesante la pressione fiscale"

La "manovra d’estate", annunciata dal Governo lo scorso venerdì, passa l’esame dell’Unione degli industriali varesina. «Leggendo il testo – ha commentato il presidente Michele Graglia – è evidente che gran parte delle richieste avanzate dal mondo imprenditoriale manifatturiero siano state recepite da un provvedimento di cui sono apprezzabili sia gli intenti, sia la costruzione generale». La strada imboccata, prosegue il presidente, è quella giusta ma c’è ancora molto da fare sia per uscire dalla crisi che per ritornare a crescere.

Detassazione al 50 per cento degli utili reinvestiti in macchinari
«Questa misura anticiclica può incentivare la crescita degli investimenti e, allo stesso tempo, far riprendere la domanda interna, innescando una spirale virtuosa di spesa privata».

5 miliardi per gli "arretrati"
«La strada imboccata è quella giusta anche sul fronte dello sblocco dei pagamenti dei debiti che la pubblica amministrazione ha nei confronti delle imprese. I 5 miliardi resi disponibili a questo scopo dal decreto sono un primo passo importante, che non risolve il problema, ma che almeno dimostra la sensibilità dell’Esecutivo sul malessere di molte realtà produttive che denunciano da anni una situazione, per principio insopportabile, e, in un momento congiunturalmente difficile come quello attuale, ancor più inaccettabile».

Novità sugli ammortizzatori sociali
«Anche per quanto concerne la parte riguardante la gestione degli ammortizzatori sociali l’approccio del Governo ci sembra che vada nella giusta direzione. I fondi stanziati per la formazione dei lavoratori in cassa integrazione, l’incremento delle indennità per i lavoratori con contratto di solidarietà e il sostegno finanziario a quei dipendenti che, oggi in cassa, decidono di intraprendere la carriera imprenditoriale, rappresentano tutte misure che introducono un atteggiamento diverso nei confronti dei lavoratori in cassa integrazione, dando concretezza alla spesso richiamata necessità di dare una visione più attiva, e non meramente passiva e di difesa, a questo strumento di welfare».

Pressione fiscale ancora troppo elevata
«Il sistema delle imprese ha bisogno di una riduzione strutturale della pressione fiscale. La detassazione del 50% degli utili reinvestiti, introdotta dal decreto, per esempio, avrà una durata limitata, riferendosi agli investimenti in macchinari fatti entro il 30 giugno 2010. Comprendiamo che il Governo sia costretto a muoversi con la prudenza di chi deve gestire il pesante fardello di un elevato debito pubblico, ma rimangono sconcertanti i dati diffusi, solo settimana scorsa, da Eurostat sul livello della pressione fiscale nel Paese, con livelli che ci vedono sul tetto d’Europa sia per quanto riguarda le tasse sul lavoro, sia per quanto riguarda quelle sul capitale e le imprese. In una logica di medio-lungo periodo, dunque, chiediamo di poter ragionare sulla possibilità che alla detassazione sugli utili reinvestiti possa essere levata la soglia massima del 50%, per arrivare a coprire il 100% degli investimenti, rendendo allo stesso tempo la misura non limitata nel tempo, ma strutturale».

Commissione massimo scoperto e nuovi oneri per le imprese
«Di più poteva essere fatto sulla questione della Commissione di Massimo Scoperto. Rispetto al testo approvato, consideravamo del tutto migliore il contenuto della bozza, circolata nei giorni precedenti, che prevedeva la nullità di tutte quelle clausole contrattuali introdotte recentemente dalle banche per reinserire sotto altre e mentite spoglie la commissione che imponeva agli imprenditori di pagare, in aggiunta agli interessi passivi, anche una commissione sullo scoperto in conto corrente. Un costo tolto dalla manovra anticrisi varata dal Governo a fine 2008, per facilitare l’accesso al credito. Uscita dalla porta, però, la commissione rischia in questi giorni di rientrare dalla finestra. Molti imprenditori manifatturieri del Varesotto hanno denunciato alla stessa Unione Industriali una profonda preoccupazione in ordine a nuovi oneri che gli istituti intendono applicare alle imprese, riproponendo in pratica una commissione sostitutiva. Oneri solo in parte limitati dal decreto di venerdì ad uno 0,5% trimestrale, contro un’incidenza che rischiava di arrivare, senza interventi, all’1%. In pratica si tratta di un compromesso a metà strada con gli istituti di credito nei confronti dei quali speravamo fosse applicata, con maggiore fermezza, la nullità di queste nuove clausole introdotte per sostituire una commissione che, nei fatti, ci viene riproposta».

Credito d’imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo
«Occorre su questo uno stanziamento di fondi più cospicuo di quello messo a disposizione con l’ultimo bando che ha visto, nel giro di pochi secondi, esaurire la disponibilità, poi dimostratasi troppo esigua di 1.600 milioni di euro. Con il risultato che durante il cosiddetto click day quasi i due terzi delle domande sono rimasti inevasi, per un totale di 22mila imprese escluse. Al di là del metodo telematico utilizzato per gestire le richieste, per sostenere la capacità innovativa del sistema produttivo, che tutti invocano, serve molto di più».
 

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Pubblicato il 30 Giugno 2009
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