Il muro del dialogo
A Saronno, sindaco di centrosinistra, maggioranza di centrodestra. Ma una soluzione c'è, senza interessi o personalismi
Sindaco di centrosinistra, maggioranza di centrodestra. Singolarità della legge elettorale che lo permette, certo. Ma responsabilità degli eletti governare la città di Saronno. Gli elettori hanno votato, hanno scelto, hanno dato mandato a chi si è recato alle urne di decidere per la città. Anche il “non votare” è un voto; e certamente non tutti coloro che hanno votato sono andati al mare. Forse un messaggio di dissenso, di rifiuto, di disaffezione, deve essere letto.
Adesso ci sono due possibilità. Il dialogo o il commissariamento del Comune.
Luciano Porro ha già detto che cercherà il dialogo “con ogni singolo consigliere”.
Una situazione difficile sicuramente. Ma Saronno non è una metropoli. Ha 38 mila abitanti. Non il milione e mezzo di Milano, non è una capitale strategica nazionale della politica.
Ma, allora, la città più densamente abitata della provincia, di cosa ha bisogno oggi? Di un commissario prefettizio? Oppure di dialogare, di stendere un nuovo Piano di governo del territorio con il più largo consenso possibile?
I muri, o gli steccati, sono di diverso tipo. Possono essere abbattuti o scavalcati. Possono essere alti o bassi. Ma arrampicare, o sfondare, con la forza del dialogo, al di là degli interessi e dei personalismi politici, forse non è poi così complicato.
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