Il Succiacapre e la Brughiera un legame inscindibile

Un nuovo impegno del Parco Pineta per il monitoraggio del volatile che deve il suo nome alla credenza dei pastori secondo cui “succhiava” il latte delle capre

Nel febbraio 2009, nell’ambito del progetto “Coltiviamo la Brughiera”, il Parco Pineta ha inaugurato un progetto di ricerca finalizzato ad una analisi della distribuzione e delle preferenze ambientali del Succiacapre nel Parco al fine di poter pianificare azioni per la conservazione di questa specie poco conosciuta.
Il Succiacapre (Caprimulgus europaeus) deve il suo nome ad una credenza popolare; è sua abitudine infatti cercare insetti tra il bestiame ove la concentrazione è maggiore, per questo motivo molti pastori hanno creduto che succhiasse il latte dalle capre. Dalle abitudini crepuscolari e notturne che lo rendono poco visibile, il Succiacapre è un migratore che sverna a sud del Sahara e compare in Europa dalla fine di aprile. Per riprodursi seleziona aree aperte, caratterizzate da brughiere o vegetazione arbustiva bassa ed alberi radi, oppure radure all’interno di aree boscate e giovani piantagioni di conifere. Questo strano pennuto nidifica a terra, sfruttando la colorazione mimetica per difendersi dai predatori. In genere depone 1-2 uova, anch’esse mimetiche in una leggera concavità del terreno. 
 
Il Succiacapre è in declino dalla maggioranza dei paesi europei, Italia compresa, ed è per questo che nel febbraio 2009 nell’ambito del progetto “Coltiviamo la Brughiera” (progetto per il ripristino di lembi di brughiera nel Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate, per il recupero di ambienti in via di rarefazione e come sistema di gestione naturalistica delle servitù degli elettrodotti) il Parco Pineta ha incaricato la società Progetto Natura di Andrea Pirovano di approfondire le conoscenze locali sulla specie. La ricerca, che terminerà nel dicembre 2009, si propone di comprendere quante coppie di Succiacapre, specie di interesse conservazionistico a livello europeo, vivono nel Parco, quali sono gli ambiente preferiti e dove poter favorire la presenza di questo straordinario animale notturno. La presenza del Succiacapre verrà indagata all’interno delle aree aperte e dei rimboschimenti presenti all’interno del Parco, attraverso l’ascolto del canto spontaneo dei maschi territoriali e l’uso del playback. Successivamente verranno confrontate le aree di presenza con quelle di assenza, per individuare quali variabili ambientali influenzano la presenza della specie. Con queste informazioni sarà possibile intraprendere efficaci misure di conservazione per la specie.
«Non dobbiamo dimenticare che, in qualità di custodi di un parco naturale, uno dei nostri principali compiti è la preservazione e lo studio degli equilibri di flora e fauna; con tale spirito abbiamo intrapreso questa prestigiosa opera di studio e monitoraggio» dichiara Mario Clerici, Presidente del Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate.

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Pubblicato il 12 Giugno 2009
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