Imprese artigiane, realtà in rete in mondo instabile

Nell'assemblea di CNA Lombardia botta e risposta tra l'economista noto per la "teoria del calabrone" e il presidente nazionale dell'associazione sulle imprese pluripersonali, dove vince chi fa circolare le idee

Per ripartire bisogna mettere al centro le piccole imprese, come ha detto Amartya Sen. E’ questo il messaggio lanciato nel corso dell’assemblea CNA che si è svolta a Milano sabato 6 giugno scorso, cui hanno partecipato Domenico Zambetti, Assessore all’Artigianato e Servizi della Regione Lombardia, Carlo dell’Aringa, Professore di Economia Politica all’Università Cattolica di Milano, Claudio Cacciamani, Professore di Economia degli Intermediari Finanziari all’Università di Parma e Ivan Malavasi, Presidente nazionale della CNA.

Ed è proprio il premio Nobel dell’economia ad avere ispirato l’incontro, cominciato con una citazione riportata da Fausto Cacciatori, presidente di CNA Lombardia, nel suo intervento di apertura: “Abbiamo bisogno della virtuosità degli artigiani per scelte politiche intelligenti e pragmatiche. Abbiamo sicuramente bisogno di ciò adesso”

Una necessità più facile a dirsi che a mettersi in pratica, malgrado la buona volontà di tutti. Perchè non è cosi semplice adattarsi a questo nuovo mondo. E invece: «Bisogna abituarsi ad un mondo instabile: il valore del “percepito” può essere superiore a quello della “realtà” – ha ammonito Enzo Rullani, Docente di economia della conoscenza alla Venice International University – Bisogna stare attenti a non crogiolarsi attorno al concetto del “piccolo e bello” ed ai valori “materiali” degli oggetti e dei territori: i piccoli sono nodi di grandi sistemi, devono perciò essere delle intelligenze in rete».
Il professore, noto per la teoria delle pmi “calabrone”, cioè apparentemente impossibilitate a prendere il volo ma nella pratica agili e capaci di muoversi in punti impervi, ha precisato: «Dobbiamo considerare, pensando alle piccole imprese, che il loro asset sono le idee. E le idee le hanno le persone intelligenti. Le persone intelligenti non restano a lungo in un  posto dove non sono gratificati intellettualmente ed economicamente. Cominciamo quindi ad immaginare un’impresa pluripersonale all’interno della quale viene dato spazio a chi è capace, si impegna e trova motivo per restare. Stimoliamo coloro che, da qualsiasi parte provengano, abbiano in testa “idee motrici” da mettere in rete».

Ma, se pur non formalizzata, l’azienda artigiana è già l’impresa pluripersonale di cui parla Rullani. A dirlo è Ivan Malavasi, presidente nazionale di CNA, che aggiunge: « l’azienda artigiana è già un impresa pluripersonale, così come informali sono le molte reti di piccole imprese che si compongono, scompongono, e ricompongono a seconda delle circostanze e delle necessità, per affrontare le richieste del mercato».

Per questo: «L’Italia, anche per uscire da questa crisi, non può prescindere da un modello economico basato fondamentalmente sulle piccole imprese che non possono essere lasciate a se stesse come avvenuto nel passato». Anche perchè: «Stufi di essere considerati talvolta come salvatori della patria, tale altra volta come una disgrazia, i piccoli imprenditori hanno sempre arginato le crisi cicliche della grande industria italiana e adesso, pur stremati, cercano di resistere a questa terribile crisi finanziaria – ha concluso Malavasi – Fino ad ora sono riusciti a farlo con le proprie forze, ma da ora in avanti, anche se qualcuno sdrammatizza dicendo che il peggio è passato, c’è da fare un lungo pezzo di strada in salita».

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Pubblicato il 09 Giugno 2009
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