L’Auser cerca aiuto per il trasporto anziani

La richiesta di aiuto dall’associazione di volontari che assiste per tutta la settimane le persone anziane: “Ci autotassiamo, ma non basta”

L’Auser Saronno cerca aiuto per una migliore mobilità dei suoi assistiti. È la nuova sfida dell’associazione saronnese che spiega: « Resta insoluto il problema di come accontentare nei trasporti persone costrette dall’età o da infermità, alla sedia a rotelle. Lì non è facile inventarsi qualcosa, ci vuole un aiuto, consistente, che permetta l’acquisto di un pulmino dotato di pedana di carico. Riusciremo a conciliare mobilità ed aiuto sociale anche per chi è costretto alla sedia a rotelle? Noi ci contiamo, continuando a considerare come “possibile” anche questa missione».
 
L’associazione è molto attiva sul territorio e “sopravvive” grazie dal tesseramento degli associati, un’autotassazione che a volte non basta: «Il nostro telefono – spiegano dall’associazione -, uno dei pochi centralini sempre attivi tra le numerose Associazioni di Volontariato esistenti nella nostra città, squilla continuamente nei cinque giorni di attività settimanale (sabato e domenica riposo) ed i nostri volontari in segreteria hanno il non facile compito di accogliere, vagliare, smistare, ed infine soddisfare le domande di servizio che continuamente ci giungono. Da chi? Dalle molte persone anziane o dai loro parenti, che a noi si rivolgono per ottenere compagnia, trasporto, in qualche caso supporto, svago, parole amiche».
«Si fanno tante cose – aggiungono -: il mercoledì ed il venerdì laboratori in cui numerose persone anziane si ritrovano a passare qualche ora in attività di gruppo; il giovedì l’Alzhauser Caffè, mirato a dare un supporto ai familiari di malati affetti da patologie spesso proprie dell’età molto avanzata; tutti i giorni della settimana, e questo è l’impegno più oneroso sia in termini di persone impiegate che di mezzi economici, trasporti, compagnia a domicilio, accompagnamento di persone non autonome nella deambulazione».
«Ed Auser saronno che fa? – concludono – Fa, continua a fare, e per fare si autofinanzia inventandosi delle attività che permettano di conciliare, coerentemente con il proprio statuto, la missione di aiuto sociale con le esigenze che la mobilità impone. I Volontari si tassano con il tesseramento, utilizzano le proprie auto per molti dei trasporti effettuati, s’inventano un’attività di rivendita di libri usati nelle varie manifestazioni di piazza, nelle stesse offrono piccoli oggetti prodotti dell’attività dei vari laboratori, organizzano corsi di musica, piccoli spettacoli teatrali per nonni e nipotini, e così via. Si provano anche a partecipare a concorsi, bandi a tema per ottenere finanziamenti mirati dagli enti pubblici preposti alla socialità, ma i risultati, quando ci sono, e spesso ci sono data la bontà dell’operare, sono sempre di gran lunga inferiori alle necessità».

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Pubblicato il 29 Giugno 2009
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