La Libia, i sommersi e i respinti

La campagna “Io non respingo” ha organizzato decine di appuntamenti nei giorni tra il 10 e il 20 giugno, in corrispondenza della visita in Italia del leader libico Gheddafi

“Come un uomo sulla terra” è un film documentario che racconta l’inferno che i migranti africani vivono in Libia, sfruttati e sottoposti ad ogni tipo di violenza dalla polizia e dai racket criminali libici. Una storia narrata in prima persona da Dagmawy Imer, studente etiope che, perseguitato, è fuggito dal suo Paese, cadendo nelle mani della polizia e degli sfruttatori libici. Intorno al film e al sito Fortresseurope (che tiene il conto dei migranti morti o scomparsi nel mediterraneo, dalla Spagna all’Italia, dalla Libia all’Egitto) è nata la rete “Io non respingo”, che vuole portare alla luce il dramma dei clandestini in Libia e il destino atroce dei migranti respinti dalle autorità italiane e riconsegnati alla polizia libica.

Anche in provincia di Varese la campagna “Io non respingo” promuove numerosi appuntamenti: questa mattina (12 giugno) una delegazione dei promotori è stata ricevuta in Prefettura,  mentre alle ore 18 si terrà un presidio in piazza Monte Grappa. A Gallarate il banchetto informativo della campagna sarà al mercato sabato 13 giugno e in piazza Libertà domenica 14 giugno. Il 13 e 14 giugno presidi anche a Legnano. Il 20 giugno il film”Come un uomo sulla terra” sarà proiettato a Samarate e allo spazio ScopriCoop di Varese. Altri appuntamenti sono in corso di definizione.

Il film che racconta la storia di Dagmawy è stato proiettato in decine di piazze, circoli e parrocchie negli scorsi mesi, suscitando dibattito, come testimoniato dalle lettere a Varesenews e dal “caso” di Morazzone. La campagna “Io non respingo” ha organizzato decine di appuntamenti nei giorni tra il 10 e il 20 giugno, in corrispondenza della visita in Italia del leader libico Gheddafi. Il viaggio del leader libico sancisce il nuovo corso tra il nostro paese e la Libia, nato e consolidato grazie alla lotta all’immigrazione africana in Europa, attuata attraverso la politica dei respingimenti, e agli interessi affaristici ed economici: finanza, gas e petrolio (Eni), ma anche armi (Finmeccanica), edilizia e grandi opere (Impregilo).  Due temi che in realtà s’intrecciano, considerando che i migranti provenienti dall’Africa nera e bloccati in Libia – o respinti dall’Italia – diventano anche manodopera clandestina a basso costo per le imprese libiche, ai limiti dello schiavismo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Giugno 2009
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