Mauro Pagani: un libro e una vita per la musica
Venerdì 19, l'artista e compositore ha presentato il suo ultimo romanzo "Foto di gruppo con chitarrista". Tra le parole l'esperienza e il racconto di una vita passata nella musica
Un decennio raccontato tramite le parole di un musicista. E’ il 1969 e Milano sembra essere la meta giusta per realizzare i sogni di chi vuole vivere di musica. Sonny è un chitarrista di belle speranze, lascia la provincia per raggiungere la grande metropoli. Ed è così che il protagonista del libro “Foto di gruppo con chitarrista” (Ed. Rizzoli) prende irrimediabilmente il volto del suo scrittore. Mauro Pagani, ieri sera, venerdì 19 giugno, ha presentato il suo primo romanzo alla Libreria del Corso, con il musicista varesino Roberto Binda.
Pagani nel 1970 ha fondato insieme a quattro amici la band di successo Premiata Forneria Marconi, ha lavorato poi come solista, ha stretto collaborazioni con illustri personaggi, tra cui Fabrizio De Andrè e oggi lavora come scrittore, arrangiatore e compositore. Nella veste di scrittore porta un romanzo che racchiude la grande passione per la musica, quella che negli anni settanta faceva i conti con una società ribelle ma ricca di speranze. «La storia di Sonny e la mia sono molto simili – spiega Mauro Pagani all’attento pubblico, tra cui l’amico e collega Premoli – Sono andato via di casa raggiunta la maggiore età, 21 anni allora, e sono venuto a vivere a Varese per un pò. Poi mi sono trasferito a Milano, volevo suonare e negli anni ’70 era una città fantastica, sognante. Doveva ancora succedere tutto, prima della strage di Piazza Fontana era come se si vivesse in una sospensione temporale dove tutto conviveva. Ho voluto scrivere un romanzo anche per raccontare la meraviglia e la quotidianità collettiva che vivevamo in quegli anni. Si divideva tutto, i sogni come il cibo. Dopo le cose sono cambiate».
E’ la Milano settantottina infatti a fare da sfondo alle vicende di Sonny, personaggio che vuole rappresentare in sé la condizione di tutti coloro che in quegli anni vivevano di speranze. «Ho voluto raccontare la storia di quei musicisti di talento che non ce la fanno e che si trovano a vivere nel precariato – continua Pagani – Io sono stato fortunato quando ho incontrato quattro musicisti di talento ed è nata la Pfm. E’ stata un’avventura meravigliosa ma noi eravamo l’eccezione e la storia di Sonny poteva essere la mia».
Quando racconta del suo libro, Mauro Pagani, porta alla gente la sua esperienza artistica, gli anni passati con la Pfm. Racconta anche di rapporti umani, quelli che segnano l’esistenza di una persona, quelli che fanno crescere, quelli che insegnano, gli amori e le amicizie. Pagani ricorda infatti quello che è stato un grande maestro, Farizio De Andrè, cantautore con il quale ha lavorato molti anni e con cui ha inciso due dei dischi riconosciuti come i più belli della storia della musica italiana, Creuza De Ma e Le Nuvole. «E’ stato dopo 7 anni di lavoro con lui che ho capito come si scriveva un testo, prima non me lo aveva insegnato nessuno. Era una persona molto difficile ma mi ha dato molto dal punto di vista umano e professionale. Gli incontri della mia vita sono stati molto importanti, sono stato molto fortunato».
L’esperienza gli si legge negli occhi e le sofferenze tra le parole. Tra questi il ricordo per l’amico e collega Demetrio Stratos o la fine dell’avventura con la Pfm: «Eravamo giovani di talento ma ci mancava una vera organizzazione. Le case discografiche non riuscirono a darci quello che ci serviva. Anche oggi il mercato delle case discografiche non aiuta la musica e sta scomparendo sempre di più il mercato musicale ma anche la professione di musicista. Per un certo periodo i sogni delle generazioni hanno galleggiato sulla musica, oggi galleggiano su altro».
Non per questo bisogna dimenticare i nuovi talenti perchè come spiega Pagani «Non è la creatività che manca ma bisogna cambiare le cose. Io e altri musicisti stiamo creando un “Manifesto per musica” per ricordare l’importanza e il valore della musica. Se è vero che la musica è la seconda lingua di ogni cultura dovrebbe essere rispettata, così come il lavoro dei musicisti».
L’ultimo grande progetto di Mauro Pagani è stato “Domani”, il brano cantato da 56 artisti italiani per l’Abruzzo e scritto dall’autore: « Il pezzo l’avevo scritto nel 2003 e quando Jovanotti e Sangiorgi (Negramaro) mi hanno chiesto di fare “da capo fila” al progetto ho ripescato nelle mie tasche e ho pensato a “Domani” perchè è nata intorno alla capacità di sognare e di reagire. Al momento abbiamo venduto 350.000 copie fisiche e 400.000 download legali da sito. Sono contento e abbiamo fatto in modo che tutto il ricavato, compresi i diritti del pezzo, siano devoluti in beneficenza». Oggi, sabato 20, Mauro Pagani sarà tra le star di “Corale per l’Abruzzo”, il concerto che si terrà allo Stadio Olimpico di Roma in favore delle zone terremotate.
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