“Porterò nei miei salotti Mastella e Bertinotti”
Gli appuntamenti al Caffè Zamberletti di Mauro della Porta Raffo diventano "politici". Il Gran Pignolo ha annunciato il nuovo corso e un programma tv

(foto: Mauro della Porta Raffo in un ritratto di Giorgio Lotti)
Chiuso il rapporto con l’assessorato alla Cultura di Varese, Della Porta Raffo ha dovuto stringere i cordoni della borsa. «Angela Zamberletti, gentilissima, mi dà tutto gratuitamente perché ha un rapporto fiduciario con me – spiega il Gran pignolo -. Poi invito gente che non chiede rimborsi spese e io mi occupo della promozione. In questi anni hoavuto 180 ospiti, scrittori, attrici, cantanti. I miei salotti sono conosciuti in tutta Italia. Una volta ero in macchina con il giornalista Enrico Mentana che parlava al telefono e diceva ai suoi amici, con un a certa soddisfazione, che era ospite del mio salotto».
Il Gran Pignolo esporterà la formula dei suoi incontri anche in altre città. È tutto in divenire, ma in lizza ci sono già Como (dove è ogni anno ospite a “Parolario”, grande manifestazione dedicata ai libri) e Busto Arsizio. «Gigi Farioli era un giovane liberale – racconta Mauro della Porta Raffo – con i calzoni corti, quando Piero Chiara era segretario e io consigliere provinciale. Tra l’altro è stato allievo anche di mio fratello. C’è stato qualche contatto. Mentre a Como ho un bel rapporto con Enzo Pifferi, fotografo di rango, che ha uno spazio in centro città bellissimo, e con l’assessore Sergio Gaddi. Comunque, in autunno sarò anche ospite di una rete televisiva con un programma, ma non posso dire altro. Insomma, io di cose ne faccio».
Mauro della Porta Raffo continuerà, dunque, la sua attività anche al di fuori della Città Giardino, come aveva annunciato ai tempi della rottura con il Comune. «Con quello che stanziano per la manifestazione “Amor di libro” io gli organizzerei un incontro al giorno con ospiti di primo piano, sabato e domeniche escluse. Nei miei confronti c’è stata una mancanza di stile. Anche in occasione dell’assegnazione del Premio Liala a Paolo Giordano, tra l’altro sbagliato perché è un debuttante, mentre il premio va alla carriera , non sono stato nemmeno interpellato. E visto che sono stato io a idearlo e a ottenere tutte le autorizzazioni necessarie dalla famiglia Cambiasi, come minimo andavo messo al corrente».
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