PPE primo partito in Europa, socialisti in calo
Nei paesi Ue avanzano anche le liste di estrema destra. In Grecia, Svezia e Danimarca vince l’opposizione socialdemocratica
Ppe gruppo più numeroso nel nuovo Europarlamento, socialisti in calo. E’ questo il sunto gli ultimi dati sui risultati delle elezioni europee: il tratto comune in tutti i Paesi Ue è stato comunque l’astensionismo: solo poco più del 43% degli elettori dei 27 Paesi membri è andato a votare.
L’assemblea di Strasburgo indica in 267 deputati popolari, mentre il Pse si atetsta a 159. I Verdi, che a livello europeo hanno ottenuto una buona affermazione conquistano 51 seggi, la destra Uen 35; i liberaldemocratici arrivano a 81. Gli euroscettici a sedere nel Parlamento sono, secondo le ultime stime, una ventina e i rappresentanti della sinistra 34.
Gli ‘altri’ formano ancora una parte consistente di 90 parlamentari: che comprende, oltre ai conservatori inglesi, anche i 22 italiani del Pd. Nel Ppe a dominare saranno i tedeschi della Cdu che invieranno a Strasburgo 42 eurodeputati, contro i 35 degli italiani (29 Pdl e 6 Udc) e i 30 dei francesi.
Ecco paese per paese com’è andata:
Germania. La Cdu/Csu della Merkel al 38% ma in calo rispetto alle ultime Europee.I socialdemocratici della Spd restano fermi al 20,8%. I verdi si attestano al 12%.
Gran Bretagna. Il labour Brown ottiene il 16% dei consensi: un tracollo. I Tories, con il 27%, sono la prima forza politica. Sono seguiti al 17% dall’Ukip. I liberaldemocratici si attestano intorno al 14%. L’estrema destra xenofoba del British National Party (Bnp) ottiene due eurodeputati e si attesta intorno al 6%.
Francia. Vince Sarkozy: l’Ump è al 27,70%; socialisti sconfitti col 16,76%. Sorpresa con Europa Ecologia di Daniel Conh-Bendit (16,2%), che è testa a testa con i socialisti e che sbaraglia il centrista Bayrou (8,49%).
Spagna. Perdono anche in Spagna i socialisti: Zapatero prende il 38,51; i popolari di Rajoy sui attestano al 42,23%.
Olanda. Il partito populista di Geert Wilders, erede di Pim Fotuyn col 17% triplica i voti delle politiche del 2006, assicurandosi quattro seggi a Strasburgo. Escono male dalle urne i cristiano democratici (Cda) del premier Balkenende, che restano comunque il primo partito dei Paesi Bassi ma perdono due dei 7 seggi a Strasburgo.
Austria. Vincono popolari con il 29,7%; i socialdemocratici del sono fermi al 23,9%. Non c’è stato invece lo sfondamento dell’estrema destra xenofoba
Grecia. Vincono i socialisti. Il Pasok di Giorgio Papandreou ottiene circa il 36% dei voti, contro il 33,98% di Nuova Democrazia (Nd), indebolito dalla crisi economica e dagli scandali.
Irlanda del Nord. Vince il Fine Gael, partito di centrodestra attualmente all’opposizione: 29,1% contro il 24,1% del Fianna Fail, la coalizione del primo ministro Brian Cowen. I laburisti sono 13,9%, lo Sinn Feln ‘11,2%.
Svezia. Il Sap, partito socialdemocratico all’opposizione, vince col 24,5% dei consensi. M, il partito dei moderati, è al 18,8%. Ma la vera novità è il 7,1% del Pp, il cosiddetto partito dei pirati, coloro che si battono contro il copyright sul web: la percentuale ottenuta gli permette di conquistare un seggio a Strasburgo.
Danimarca. I socialisti, col 21,2% all’opposizione prevalgono sul partito liberale al governo: che si attesta al 20,2. Col 7,1, prende un seggio anche il Folk, il movimento popolare anti-Ue.
Belgio. Sconfitta dell’estrema destra xenofoba del Vlaams Belang (10,32 contro il 14,3 delle precedenti europee), mentre i cristianodemocratici del premier Herman Van Rompuy si piazzano in testa con il 15,19%. Secondo partito i liberali (12,97%).
Lussemburgo. Primo partito sono i cristiano-sociali (31,39%), seguiti dai democratici (19,27), partito dei lavoratori (19,01) e verdi (17,04).
Ungheria. Stravince il centrodestra ungherese Fidesz, col 56,37% delle preferenze. Male i socialisti del premier Gordon Bajnai, fermi al 17,38%. Trionfa anche il nuovo partito di estrema destra Jobbik, col 14,77% delle preferenze, ben oltre il 5-8%.
Polonia. Si afferma il partito Piattaforma civica (Po) del premier Donald Tusk, intorno al 45,2%. Diritto e giustizia, partito conservatore del presidente Lech Kaczynski e guidato dal suo gemello Jaroslaw, ex premier, si ferma al 29,5%.
Repubblica Ceca. Avanzano i socialdemocratici (Cssd) che ottengono il 22,58%, contro il 31,17% dei democratici civici dell’ex premier Mirek Topolanek.
Romania. Testa a testa tra il partito democratico liberale (Pdl) del presidente Traian Basescu e il partito socialdemocratico (Psd): 30,8% contro il 30,5%. L’estrema destra del partito della Grande Romania (Prm) ottiene il 7,2% e due seggi, di cui uno destinato a Gigi Becali.
Bulgaria. Vince il Gerb del sindaco di Sofia Boiko Borisov, col 24,55%. Al partito socialista del primo ministro Sergei Stanishev va il 18,44%. I nazionalisti anti-rom strappano l’11,72%.
Slovacchia. Gli elettori premiano lo Smer del premier Robert Fico (32,02%) ma anche il partito xenofobo Sns, alleato della socialdemocrazia al governo, che ottiene il 5,56% di voti ed elegge per la prima volta un eurodeputato. Ma è un risultato inferiore rispetto al 12% accreditato alla vigilia.
Slovenia. Perde consensi il primo ministro Borut Pahor: il suo partito socialdemocratico (Sd) si è dovuto arrendere con il 18,45% al centrodestra dell’Sds che ha ottenuto il 26,92%.
Paesi baltici. In Lettonia e Lituania sostanzialmente tengono le coalizioni di governo, mentre in Estonia la principale forza d’opposizione, il partito di centro, batte il partito delle riforme del premier Andrus Ansip.
Malta e Cipro. A Malta trionfa il partito laburista, che conquista il 55% dei consensi contro il 40,49% del partito nazionalista e conservatore al governo dell’isola. A Cipro prevale il partito di centrodestra.
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