Riconoscimenti Unesco: “Non solo sulla carta”

L'intervento del leader di Movimento Libero, Alessio Nicoletti: "Gli enti locali devono impegnarsi per valorizzare il Sacro Monte"

Riceviamo e pubblichiamo

Il leader di Movimento Libero, Alessio Nicoletti, interviene sul significato del riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco, all’indomani del riconoscimento delle Dolomiti e con il pensiero rivolto al nostro Sacro Monte.
“Ieri, le Dolomiti hanno ricevuto il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco. Un riconoscimento importante che sottolinea, ancora una volta, quanto sia bello il nostro Paese. Un riconoscimento che ci inorgoglisce come Italiani.
Letta la notizia, i miei pensieri sono andati subito al nostro Sacro Monte. Anch’esso ha avuto il prestigioso riconoscimento, ufficializzato nel 2004. Il Sacro Monte di Varese, infatti, figura tra i nove Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia riconosciuti come Patrimonio dell’Umanità.
Inutile dire quanto sia unico il Sacro Monte di Varese, ma sinceramente mi sarei aspettato che il “titolo” di Patrimonio dell’Umanità smuovesse qualcosa in più.
Il riconoscimento Unesco non puo’ e non deve essere solo formale. Bisogna lavorare affinché un patrimonio riconosciuto dell’Umanità sia davvero tale. Gli enti locali, la regione e il Governo Italiano si devono adoperare affinché queste bellezze uniche al mondo siano riconoscibili e godibili da chiunque, senza intaccare la loro bellezza storica, naturalistica ed architettonica. In questi anni abbiamo solo sentito alcune proposte, alcune delle quali non condivisibili come la costruzione di nuove cappelle, altre più interessanti come l’organizzazione di una biennale d’arte sacra, senza però vedere alcun risultato concreto.
Il consiglio che ci sentiamo di dare è di effettuare la politica delle tante e piccole azioni concrete. Impensabile che, oggi, ci sia ancora chi si lamenta a ragione di una scarsa segnaletica indicante il Sacro Monte, come impensabile è che la questione accessibilità e parcheggi venga sempre rinviata nel tempo, o peggio avere scarsa manutenzione stradale e chiusini ostruiti. Infine, vogliamo rilanciare una nostra vecchie proposta: perché non ripristinare gli antichi vigneti, invece di costruire nuove cappelle?
Speriamo che si sappia dare sostanza al giusto riconoscimento dell’Unesco…”
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Giugno 2009
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