Sulle coste d’Italia un abuso ogni due chilometri

Prosegue inarrestabile la cementificazione del Paese e dei suoi angoli più caratteristici, denuncia Legambiente numeri alla mano

Un abuso ogni due chilometri. È il dato, quantomeno preoccupante, denunciato da Legambiente nel dossier Mare Monstrum 2009 (qui quelli degli anni precedenti) sullo stato di salute del nostro mare, inteso globalmente, cioè anche nella fruizione umana; tutelare l’uomo dai propri stessi eccessi è in fondo lo scopo fondamentale di ogni azione del movimento ambientalista. Tanti, troppi cantieri illegali disseminati su e giù per la penisola: dalla villetta abusiva al condominio, dall’albergo al megaporto turistico: con o, spesso, senza le debite autorizzazioni, le coste italiane venono divorate dall’urbanizzazione. Al punto che di integro è ormai rimasto ben poco.

Poco confortanti i dati annunciati oggi in una conferenza stampa da Legambiente, in concomitanza con l’annuale partenza della Goletta Verde che monitora lo stato delle acque. Nel 2009 state riscontrate 3.674 infrazioni alle regole nel settore edilizio lungo le nostre coste, con 1.569 sequestri e 4.697 denunce, ma siamo al limite delle gride manzoniane quanto ad efficacia reale. Ogni due dei 7.400 di costa italiana, quindi, statisticamente c’è un abuso edilizio.

Non basta il cemento: vanno aggiunte le continue violazioni alle norme in materia di sversamenti nei fiumi, depurazione, e la cafoneria diffusa da parte di chi frequenta spiagge o corre veloce sul mare a bordo di natanti. Il totale delle infrazioni di ogni tipo accertate da forze dell’ordine e capitanerie di porto passa dalle 14.315 nel 2007 alle 14.544 (+1,6%) del 2008, vale a dire un paio di reati vari al chilometro. Le statistiche riferiscono anche di un parallelo aumento delle persone denunciate, giunte a 16.012; in leggero calo invece i sequestri (4.049 nel 2008).

In testa alla triste classifica degli abusi di ogni genere è la Campania, tanto sovrappopolata quando ambita per le splendide coste, con ben 2.776 casi riscontrati. Segue la Sicilia, dalle lunghe coste (2.286 infrazioni), poi Puglia (1.577) e Calabria (1.435). Sud bellissimo, Sud devastato, terra di saccheggio ieri come oggi da parte dei prepotenti e dei furbi di turno. 

Per Legambiente l’unica "cura" possibile di fronte all’abusivismo edilizio è e resta l’abbattimento. Sebastiano Venneri, vicepresidente e responsabile mare di Legambiente, chiede uno "scatto" alle amministrazioni locali, soprattutto nel Mezzogiorno: basta con timidezze e connivenze, no a condoni e sanatorie, no al supermarket dell’illegalità a disposizione dei clan. Per questo il Cigno Verde ha scritto ad alcuni sindaci per chiedere ragione delle demolizioni non effettuate.
 

 
Fra gli ecomostri peggiori spiccano ben noti esempi, fra cui quello famigerato di Pizzo Sella a Palermo (foto sopra), o il villaggio interamente abusivo di Torre Mileto nel Gargano. Interessante notare che Legambiente punta il dito anche contro la pratica di "privatizzare" gli arenili vietandovi l’accesso gratuito. Quanto alla "mania" dei porticcioli turistici, ben al di là della reale richiesta di posti barca, l’associazione ambientalista chiarisce che si tratta di un trucco per aggirare le normative urbanistiche. Il vero scopo è quello di sempre, colare cemento e fare business sulla pelle del paesaggio, risorsa non rinnovabile in un’Italia sempre più piccola.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Giugno 2009
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