Taglio delle emissioni negli Usa, la Camera dà il via libera
Approvato per 219 voti contro 212 il primo provvedimento della "Rivoluzione verde" promessa da Obama: entro il 2020 riduzione delle emissioni del 17% e aumento delle rinnovabili fino al 20%
Obama mantiene le promesse e mette in pratica il primo step della "rivoluzione verde". La Camera dei Rappresentanti ha approvato nel pomeriggio di venerdì la nuova legge finalizzata a mitigare i cambiamenti climatici. Il "Climate change Bill", che deve ancora essere approvato dal Senato, impone alle aziende americane la riduzione delle emissioni di gas inquinanti (considerando come base i dati del 2005) del 17 per cento entro il 2020 e dell’83 per cento entro il 2050.
Il provvedimento è passato con una maggioranza risicata, 219 favorevoli contro 212 contrari. Quarantaquattro democratici – quasi tutti eletti nelle zone dell’interno dipendenti dal carbone per l’energia – hanno votato contro, mentre una pattuglia di repubblicani "dissidenti" ha votato a favore.
«Un passo coraggioso e necessario» ha detto il presidente Obama, che ovviamente spera che anche dal Senato arrivi presto il via libera.
Oltre alla lotta ai cambiamenti climatici, la legge punta a ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dalle fonti di energia non rinnovabile, in particolare dal petrolio, sostituendola con energie alternative e rinnovabili: l’energia prodotta da vento, solare e geotermico dovrà crescere del 20% entro il 2020. Un passaggio che avrebbe anche conseguenze sul piano geopolitico, consentendo margini di manovra più ampi nelle relazioni con i Paesi produttori di petrolio e carbone, oggi in gran parte ostili rispetto agli Usa.
La legge prevede anche milioni di dollari per progetti di efficenza energetica, anche nel settore della mobilità (veicoli elettrici) e agricolo. A fronte dei vantaggi, non mancano i dubbi sull’impatto che la norma avrà sul versante occupazionale, in particolare nel settore della raffinazione del petrolio: per i detrattori del provvedimento il rischio è che il "Climate Bill" faccia andare in fumo migliaia di posti di lavoro. La maggioranza che ha sostenuto la legge – capitanata dal presidente, da Hillary Clinton e da da Al Gore – sostiene invece che la "rivoluzione verde", favorendo l’innovazione in diversi campi, avrà riflessi positivi anche dal punto di vista occupazionale.
Analogo scontro attraversa ancor oggi l’Europa, dove ad un gruppo di Paesi sostenitori delle riduzioni delle emissioni, guidati dalla Germania, si contrappone un fronte – capeggiato da Italia e paesi dell’est Europa – che spinge per un rinvio dell’entrata in vigore delle misure contro i cambiamenti climatici.
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