Taglio e piega a 10 euro, i cinesi terrorizzano i parrucchieri

Dopo il caso di Milano, c'è fibrillazione in città per l'arrivo di una concorrenza che abbatte i prezzi , ma i varesini reagiscono

Sono bastati due parrucchieri cinesi a Varese, per mettere in allarme l’intera categoria, taglio e piega a 10 euro, super low cost, quando in centro si viaggia a una media di 40 euro.  Ecco le cifre per capire quanto sia sconvolgente la novità delle forbici dagli occhi a mandorla, permessa dal libero mercato. Certo, a Milano è peggio, ne sono sputati come funghi, fanno tutto a 6 euro e hanno causato una rivolta degli esercenti.  I parrucchieri in città sono due, una bottega in via Morosini (taglio e piega a 10 euro) e un italocinese in via Carcano, in zona stazione. Chi lo ha provato, si è mostrato diffidente verso i prodotti utilizzati, e ha un po’ storto il naso sulla qualità del locale (poca cura), ma altri hanno notato anche che si fa la fila in certe ore del giorno. In alcuni casi, i clienti si portano lo shampoo da casa,  ma comunque sperimentano. E’ l’effetto catena di montaggio: “Fanno pezzi, invece di trattare persone – spiega Angelo Adorisio, titolare della Compagnia della Bellezza di viale Aguggiari – magari hanno un margine risicato, 50 centesimi a persona, però recuperano con la quantità”. I parrucchieri si sono rivolti alle associazioni di categoria, Confartigianato e Cna: “Non c’è un listino prezzi obbligatorio – spiega ad esempio Dino Trezza della Cna – e dunque possono fare i ribassi voluti. Noi ogni anno diamo delle tariffe agli associati, ma sono consigli, non obblighi”.
Fino a oggi, per sostenere il mercato, i maestri del taglio e piega, non hanno giocato sui ribassi, per non farsi del male reciprocamente. Ma i negozianti cinesi, hanno una concezione del mercato molto concorrenziale.
Le licenze sono tutte in regola, e la legge lo consente” spiega l’assessore al commercio di Varese Salvatore Giordano. Ma i parrucchieri italiani si chiedono come facciano a vivere con quei prezzi, tenendo presente anche gli studi di settore. 
 “I nostri dubbi riguardano i loro costi fissi ma non solo – racconta  Angelo Adorisio –  che prodotti usano? Quanto pagano le persone? Pagano le tasse? E’ un calcolo elementare, solo per pagare il personale e l’Iva hai comunque hai certi costi, se rispetti la legge.  La verità è che questa presenza cinese sta condizionando tutti, i colleghi cominciano a fare ribassi, spaventati dalla crisi e dalla diminuzione di flussi di clienti. La nostra reazione? Taglio e piega da noi costa 47 euro, puntiamo sulla qualità e su pacchetti personalizzati: compri dieci sedute e risparmi il 30 per cento”.
Anche in provincia lo spauracchio aleggia: “Qui i cinesi non ci sono – dice Daniela Costanzo della New Generation di Sesto Calende – in ogni caso io sono contro, perché fanno il loro mercato senza chiedere niente a nessuno. Poi alla gente voglio dire, state attenti a cosa vi mettono in testa”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Giugno 2009
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