“Associazioni assenti? Non siamo state invitate”
Marino Bergamaschi, direttore dell'associazione Artigiani, interviene sulle dichiarazioni emerse durante un convegno degli imprenditori tessili a Busto Arsizio: «Da dieci anni tuteliamo i lavoratori di questo settore»
Marino Bergamaschi, direttore dell’Associazione Artigiani della provincia di Varese interviene in risposta alle dichiarazioni che sono emerse oggi, giovedì 16 luglio, nel convegno organizzato da alcuni imprenditori del tessile a Busto Arsizio.
Dalla riunione di alcuni imprenditori del tessile di giovedì 16 luglio, apprendiamo con quanta superficialità una parte di loro voglia addebitare il prolungarsi della crisi alla "debolezza" dei sistemi di rappresentanza. Incoerenza più grande non può esistere. L’Associazione Artigiani della Provincia di Varese – Confartigianato Imprese vorrebbe fare un poco di chiarezza:
Innanzitutto, Confartigianato Varese non è mai stato invitato all’incontro organizzato da Roberto Belloli a Busto Arsizio. Non sappiamo se le altre confederazioni datoriali siano state contattate, ma per quanto ci riguarda nessuno e nessuna organizzazione, nei giorni precedenti la riunione, ci ha invitati a partecipare all’appuntamento con Marco Reguzzoni e Dario Di Vico;
A volte è meglio, e senza dubbio rispettoso nei confronti dei cittadini, che la politica (poco preparata in tema di rappresentanza), misuri le affermazioni volte a fare di "un’erba un fascio". Gli imprenditori, se proprio vogliamo, sono stati trasportati in questo tsunami economico da una parte delle classi dirigenti (di ieri e di oggi) che hanno premiato la finanza ipocrita, selvaggia ed invasiva a sfavore di quelle imprese che, invece, hanno sempre capitalizzato i propri risparmi per reinvestirli in azienda. Da un’analisi di Confartigianato, risulta che le forme di rappresentanza, in questi tempi, si sono fatte più forti e hanno raccolto la fiducia di un numero crescente di imprenditori.
Le polemiche si dimostrano quasi sempre sterili, mentre un’azione di lobby – anche se frenata dalla politica – raramente lo é. Da circa dieci anni l’Associazione Artigiani tutela i lavoratori del tessile: dalla Cassa Integrazione Guadagni in Deroga per il settore della provincia di Varese (del 2005) alla raccolta, nel 2006, di oltre 600 firme – compresa quella dell’allora presidente della Provincia di Varese, Roberto Reguzzoni – per la tutela del Made In Italy consegnate al prefetto della provincia di Varese Roberto Aragno. A livello nazionale Confartigianato raccolse oltre 100mila sottoscrizioni e, congiuntamente con le organizzazioni sindacali, presentò una petizione a difesa del settore.
Le sollecitazioni di Confartigianato Varese, dirette alle istituzioni nazionali ed europee a difesa del settore tessile-cotoniero, sono state numerosissime. Perché la struttura varesina ha sempre affrontato i problemi legati al comparto tentando di sensibilizzare su tali materie anche la politica ed i Governi. Con iniziative ben conosciute dall’opinione pubblica. Quindi, chiediamo nuovamente:
La creazione di un marchio di filiera "Full Made in Italy" che identifichi i prodotti interamente realizzati in Italia;
-Obbligo del marchio di certificazione d’origine per i prodotti extra UE;
-Introduzione di un sistema di "tracciabilità" per accertare la reale provenienza e il luogo in cui si svolgono le fasi di lavorazione dei prodotti;
-Potenziamento dei controlli alle dogane sulle merci importate nell’Ue, inasprimento delle misure di repressione della contraffazione;
-Provvedimenti e incentivi significativi per favorire l’aggregazione delle imprese in forme consortili o Ati per agevolarne l’nternazionalizzazione;
-Misure di incentivazione per le imprese alla ricerca di nuovi prodotti e per l’applicazione di nuove tecnologie;
-Riduzione graduale del costo del lavoro attraverso l’abbattimento dell’Irap e sistema premiante per tutte quelle imprese che non fanno ricorso alla Cassa Integrazione;
-Impegno più incisivo per garantire un sistema di reciprocità negli scambi internazionali (parità dei dazi e abbattimento delle barriere tariffarie);
– Incentivi a favore delle imprese che non delocalizzano.
Confartigianato c’è. Le iniziative presentate sono solo alcuni esempi di quanto abbiamo fatto per le imprese: ascoltando i loro bisogni, sollevando le esigenze imprenditoriali di fronte alle istituzioni (sia locali che nazionali), proseguendo il confronto aperto con i Governi per costruire la competitività del nostro sistema e del nord ovest. Rappresentare gli interessi significa FARE gli interessi delle imprese attraverso un sistema di rappresentanza che oggi, a partire dalla richiesta di credito (ed in questo campo i nostri confidi si sono dimostrati vero strumento contro la crisi), si sta rafforzando. Quindi chiediamo nuovamente al Governo italiano e all’Europa -come si era già fatto nel 2006 con la marcia su Bruxelles e come si potrebbe fare prossimamente con manifestazioni organizzate a Milano, a Roma ed in tutta Italia -risposte certe e finalmente votate alla valorizzazione delle nostre imprese. Nel settore tessile come in tutti gli altri.
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