Lavorava all’aeroporto e trafficava hashish, arrestato

Operazione della Guardia di Finanza nei confronti di un dipendente di una ditta operante nello scalo e della moglie. Sequestrati 65 kg di droga. Avevano organizzato un traffico di droga tra Italia e Libano

Lavorava all’aeroporto di Malpensa ma era un vero e proprio trafficante di droga tra Libano e Italia. A finire in manette, insieme alla moglie, J.M. libanese di trent’anni che da due anni operava per conto di una ditta all’interno dello scalo varesino. A lui è arrivata la Guardia di Finanza di Malpensa che con una serrata attività di indagine dopo l’arresto di un corriere della droga proveniente dal Paese dei cedri nel dicembre 2008 con 40 kg di droga nelle valigie. Da taluni elementi acquisiti dall’arresto i finanzieri hanno capito che si trattava di un traffico che aveva basi in Italia e in Libano e sono iniziate una serie di indagini che hanno portato ad individuare nel dipendente dell’aeroporto il punto di approdo dell’hashish e nella valle della Bekaa (nota per essere una centrale di produzione di hashish a livello mondiale) il punto di partenza. Le indagini si sono avvalse dell’importante strumento delle intercettazioni che hanno permesso di stringere il cerchio intorno alla nuova operazione prospettata dal libanese.

Con grande sorpresa i finanzieri avevano scoperto che il nuovo corriere scelto dall’uomo era la moglie, con un figlio di 2 anni al seguito, e l’hanno lasciata partire. Al suo ritorno l’uomo era in aeroporto, come tutti i giorni, ma insospettito dalla presenza di molti uomini della Gdf aveva preferito aspettarla fuori in auto. Una volta recuperato il bagaglio sul nastro trasportatore la donna, insieme al bambino, si è diretta verso l’auto del marito che, senza troppi convenevoli, la stava caricando in auto. Per destare ancor meno sospetto aveva sulla giacca, ben visibile, il cartellino della ditta ma gli uomini alle dipendenze del colonnello Emilio Fiora (nella foto a sin. del tenente Cristiano Cocola) non hanno dato il tempo all’uomo di risalire in auto e l’hanno tratto in arresto insieme alla moglie.

Nel bagaglio della donna erano custoditi 25,4 kg di hashish, divisi in due valigie. Per entrambi sono scattate le manette mentre il bambino è stato affidato alla nonna. Le indagini non sono state affatto facili, hanno ricordato durante la conferenza stampa tenutasi stamattina in Procura a Busto Arsizio sia il procuratore generale Francesco Dettori (nella foto con il comandante provinciale Gdf, col. Antonino Maggiore) che lo stesso comandante della Gdf di Malpensa Fiora. Il fatto che l’uomo fosse un lavoratore interno all’aeroporto aveva reso il tutto molto difficile. J.M., infatti, era a conoscenza di ogni angolo dello scalo della brughiera e conosceva bene anche i controlli e le modalità con cui venivano effettuati. Per questo l’attività di indagine è stata molto intensa e si è avvalsa di tutti gli strumenti a disposizione dal pedinamento all’intercettazione. A proposito di quest’ultimo strumento è sintomatica la frase che marito e moglie si sono detti in una conversazione: «Diventeremo ricchi».

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Pubblicato il 09 Luglio 2009
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